Si può essere assessore alla legalità in un comune importante come Castellammare di Stabia e, al tempo stesso, sotto accusa per falso, rivelazione di atti...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Negli ultimi anni ha indagato sul Pd di Matteo Renzi, non crede sia inopportuno scendere in campo, per altro per una giunta a maggioranza forzista?
«Si tratta di dinamiche comunali, locali, molto diverse e lontane dallo scenario politico nazionale. Quanto alla mia esperienza di investigatore, non mi sono mai innamorato di una inchiesta. Ho sempre agito con distacco, compiendo verifiche per conto delle varie autorità giudiziarie per cui ho lavorato su soggetti politici di vari schieramenti».
Resta il fatto che le indagini per cui è diventato celebre, mi riferisco al caso Cpl Concordia e Consip, hanno avuto una forte connotazione politica, coinvolgendo esponenti di quello che veniva definito il «giglio magico».
«La interrompo: non esiste dal mio punto di vista un’indagine politica. Sono sempre partito da un fatto o da una ipotesi da verificare, ho sempre cercato di fare luce su cose che meritavano approfondimenti ed è la stessa cosa che farei se accettassi l’incarico di assessore stabiese».
Cosa farebbe nell’immediato l’assessore Gianpaolo Scafarto?
«Conosco bene il territorio. In passato ho lavorato come carabiniere a Nocera, sono di Castellammare, città dove vive la mia famiglia, qualche idea ce l’ho. Al momento devo valutare quanto c’è da fare, se l’impegno fosse molto assorbente, potrei anche valutare l’ipotesi di mettermi in aspettativa dall’Arma».
Ma in concreto, cosa farebbe nei suoi primi cento giorni da amministratore?
«Innanzitutto ascoltare e capire le esigenze del personale interno alla macchina amministrativa e le istanze del territorio. Vede, in questi anni, mi hanno descritto come uno sbirro brutto sporco e cattivo, sempre pronto alle manette o alle soluzioni di forza, ma le assicuro che non è così. Amo ascoltare, conoscere il contesto nel quale mi muovo, mi definisco l’uomo del dialogo. Qui bisogna capire quali sono le risorse a disposizione, quali sono le esigenze del territorio, prima di sposare un progetto o un’iniziativa».
Lei uomo del dialogo. Mi scusi, ma gli indagati di Consip la pensano diversamente, alla luce di quanto è stato messo a verbale nel corso della inchiesta romana.
«E invece sono per la condivisione totale di tutte le informazioni. Non mi sono mai mosso con spirito vessatorio. Rare volte ho dovuto imporre la mia volontà, ho sempre ragionato in un’ottica di progetto costruito insieme agli altri, non c’è uno solo dei miei collaboratori disposto a dire il contrario».
Se lei diventasse assessore, avrà come interfaccia regionale l’assessore alla Legalità Franco Roberti, oltre allo stesso governatore De Luca: non crede che si ritorna al nodo dei rapporti interni al Pd?
«Ho avuto modo di conoscere Roberti quando era procuratore a Salerno e io ero carabiniere a Nocera, è una persona di altissimo spessore umano e professionale; quanto al governatore De Luca, credo che sia contento se una città come Castellammare di Stabia venga gestita bene e sfrutti al massimo la sua vocazione turistica. Non credo ci possano essere pregiudizi da parte loro».
Ha tanto indagato in materia di pubblica amministrazione, cosa farebbe se ricevesse da assessore una vista dei carabinieri?
«L’esperienza in questo campo potrà solo essere utile. Non bisogna avere paura dei carabinieri, fanno solo il loro lavoro. È di altri che bisogna temere» Leggi l'articolo completo su
Il Mattino