Scampia, un calcio ai clan: sfida tra giovani a rischio

Scampia, un calcio ai clan: sfida tra giovani a rischio
Inclusione come strumento di contrasto ad ogni forma di violenza e discriminazione. Ancora un'iniziativa per offrire chance concrete di riscatto ai giovani, all'insegna...

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Inclusione come strumento di contrasto ad ogni forma di violenza e discriminazione. Ancora un'iniziativa per offrire chance concrete di riscatto ai giovani, all'insegna dello sport, dell'integrazione e della solidarietà. Teatro della manifestazione conclusiva del progetto «Dai un calcio ai pregiudizi», ieri il campo sportivo dell'oratorio Don Guanella. Sul terreno di gioco si sono sfidati bambini, giovani e adulti per un torneo che attendeva di essere disputato prima della pandemia. L'iniziativa rientra nel progetto realizzato con il contributo della presidenza del Consiglio dei ministri e avviato nel novembre 2019 da una partnership tra associazioni, Ats con capofila Asd-Aps Funiculà. «L'obiettivo è stato quello di formare tre squadre di calcio, due di minori tra i 7-10 anni e 11-14 anni, una di adulti tra i 18 e i 40 anni - spiega Eduardo Tomei, presidente dell'associazione Funiculà - Le squadre sono state composte da giovani con disagio sociale ed economico, cittadini con disagio mentale, tossicodipendenti, giovani provenienti da altri Paesi e cittadini normodotati residenti in territori disagiati e in periferie come Scampia e Poggioreale». Ieri mattina dunque durante la giornata di chiusura sono state presentate le tre squadre, poi si sono svolti gli incontri di calcio e a concludere la premiazione finale. «Nell'ambito del progetto sono stati organizzati inoltre un corso di arbitro per 15 giovani con finalità occupazionali - ha aggiunto Tomei - realizzato con l'ente di promozione sportiva Aics e un corso di nutrizione per gli atleti e i loro familiari. Quest'ultimo ha avuto l'obiettivo di insegnare ai partecipanti uno stile di vita corretto». 

Ad aderire all'iniziativa tante realtà del mondo dell'associazionismo, tra cui l'oratorio Don Guanella, che ha ospitato l'evento. «Siamo stati felici di partecipare - ha detto don Pino Venerito, superiore dell'Opera Don Guanella di Miano - trattandosi di un progetto di inclusione per eliminare i pregiudizi in ogni loro forma, dalla disabilità al colore della pelle. Come dimostra la partecipazione di tanti ragazzi stranieri o affetti da disturbi psichici». Per don Aniello Manganiello «solo così si combatte la devianza minorile. L'assenza di famiglia e istituzioni è una delle cause della mancata educazione dei giovani. Aderiremo al Patto di cui il vescovo Battaglia si è fatto promotore. Serve un'alleanza educativa tra scuola, chiesa, famiglia e associazioni, altrimenti siamo destinati a perdere». Una stoccata infine alla mancata inaugurazione del murale di Falcone e Borsellino fuori lo stadio Landieri a Scampia: «Parliamo di sport come strumento di contrasto alle devianze per i ragazzi e attendiamo ancora l'ok del Comune per un'opera che raffigura due magistrati che hanno dato la vita per il Paese?». 

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Il Mattino