«Scuola per la famiglia», Grimaldi riapre l'Istituto Bianchi a Napoli

«Scuola per la famiglia», Grimaldi riapre l'Istituto Bianchi a Napoli
L'Istituto Bianchi riapre. Lo splendido edificio di piazza Montesanto è stato affidato in comodato d'uso per quattro anni alla Fondazione Grimaldi onlus, dopo i...

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L'Istituto Bianchi riapre. Lo splendido edificio di piazza Montesanto è stato affidato in comodato d'uso per quattro anni alla Fondazione Grimaldi onlus, dopo i quali l'acquisterà per 10 milioni di euro come stabilito dalla clausola contrattuale. Mercoledì i vertici della onlus e il rappresentante legale dei padri barnabiti hanno firmato dal notaio i documenti necessari per avviare il passaggio. La Fondazione Grimaldi, composta dagli armatori napoletani, creerà qui «Scuola della Famiglia», un progetto ambizioso ma fondamentale per la onlus, in favore di anziani, bambini, adolescenti, disabili e famiglie napoletane. L'edificio ritrova così l'antico splendore e soprattutto torna a essere il cuore pulsante della solidarietà a Napoli, dove ciascuno dei cinque piani sarà dedicato a un progetto di aiuto. L'inaugurazione a gennaio, e a settembre ci sarà anche la scuola primaria a cura dell'Associazione ex Allievi del Bianchi.

 
Con la fine dell'anno scolastico, l'Istituto Bianchi chiuse i battenti nel giugno 2017. A nulla valse la cordata di imprenditori che avrebbe voluto scongiurare la chiusura: troppo elevati i debiti (circa un milione di euro) accumulati dai barnabiti che gestivano la struttura con scuole di vario ordine e grado, così come il costo dell'edificio stesso. L'Istituto Bianchi rappresentava la storia di tutta la città e lo sapeva benissimo la famiglia Grimaldi, che nei giorni difficili si era fatta avanti per farlo tornare a essere la luce nel buio del disagio sociale e della povertà.

Mercoledì la firma al contratto che stabilisce «comodato d'uso per quattro anni, con clausola di acquisto già siglata, che diventerà effettivo con il pagamento di 10 milioni di euro» spiega Luca Marciani, direttore della Fondazione Grimaldi onlus. La gestione iniziale è stata imposta dagli innumerevoli lavori di adeguamento e ristrutturazione, da farsi in sinergia con la soprintendenza. «Cercavamo da anni un edificio simbolico dove mettere radici aggiunge Marciani perché l'intenzione della Fondazione era offrire un luogo ai napoletani in difficoltà. Oggi lo facciamo in una sede più piccola, insieme a partner con cui proseguiremo a impegnarci, ma volevamo una casa che fosse di tutti i bisognosi, ed ecco che il sogno è diventato realtà».

La struttura è centralissima e ben collegata ai trasporti pubblici: funicolare, linea 2 della metropolitana, poche centinaia di metri dalla linea 1, Cumana e Circumflegrea. «Investire nell'Istituto Bianchi significa per noi ringraziare prima di tutto il quartiere di Montesanto, e con esso tutti i quartieri difficili di Napoli, perché lo meritano. Qui ci sono i due volti della città e ci impegneremo per aiutare al massimo chi ne avrà bisogno. Ospiteremo anziani, bambini, disabili in un edificio prestigioso e nobile, nei principi come nei valori» ammette Emanuele Grimaldi, amministratore delegato del Grimaldi Group e della Fondazione, presieduta da donna Paola Arcidiacono Grimaldi. «La posizione è perfetta interviene Marciani e ciascuno dei cinque piani sarà dedicato a un'attività». Al primo piano ci saranno gli anziani, al secondo piano i bambini, al terzo piano gli adolescenti, al quarto i genitori e al quinto i disabili.


Al primo piano prenderà posto la Comunità di Sant'Egidio per continuare le attività per gli anziani. Agli ex allievi dell'Istituto Bianchi che tanto si sono prodigati nel non voler vedere quel portone chiuso per sempre, la Fondazione Grimaldi ha offerto un'opportunità di riaprire «cinque classi di scuola primaria dal settembre prossimo». Al terzo piano ci saranno gli adolescenti curati da padre Michele Madonna dell'adiacente chiesa di Santa Maria. «Finalmente la parrocchia di Montesanto avrà spazi a sufficienza per le sue attività. Non ha campetti o cortili e usano la piccola sagrestia per tutto. Ci sembrava un dovere dargli un piano per poter aiutare i ragazzi del quartiere con corsi di falegnameria, chitarra, pasticceria, corsi di pallavolo, danza, calcetto e così via». Al quinto piano invece i disabili, aiutati dalla Fondazione insieme a Libera Officina, che cura disabili di età post scolastica. «Avranno finalmente una sede e potranno allenarli all'autonomia: rifare letto, la stanza, gestiranno una cucina e un soggiorno, potranno organizzare eventi e catering». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino