Scuola in Campania, quando inizia: «Rischio doppi turni», nodi bidelli e aule

Scuola in Campania, quando inizia: «Rischio doppi turni», nodi bidelli e aule
Il 15 settembre è ormai imminente e per i dirigenti scolastici il ritorno in aula sarà costellato dai problemi di sempre. Quelle criticità ormai endemiche,...

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Il 15 settembre è ormai imminente e per i dirigenti scolastici il ritorno in aula sarà costellato dai problemi di sempre. Quelle criticità ormai endemiche, sepolte in questi ultimi due anni da banchi con le rotelle, protocolli e ora Green pass, restano insolute. Problemi mai risolti come i trasporti, distanziamento, edilizia scolastica, personale insufficiente. La scuola quindi, anche questa volta ripartirà mostrando i consueti deficit, con disagi che da settembre continueranno a ripresentarsi e metteranno alla prova la tenacia dei dirigenti napoletani, che come intraprendenti acrobati saranno costretti a camminare anche questa volta sul filo. 

«Sono in difficoltà: mi manca il personale amministrativo. E dalla conferenza dei servizi abbiamo saputo che anche il personale Covid ci verrà tolto». Valeria Pirone dell'istituto comprensivo Vittorino da Feltre di San Giovanni a Teduccio si sfoga. «Non è un inizio d'anno tranquillo, lavoriamo sempre in emergenza e poi scopriamo che se il distanziamento di un metro tra alunni non è possibile, possiamo anche farne a meno. C'è qualcosa che mi sfugge: o l'anno scorso abbiamo perso tempo a lavorare tutta l'estate a incollare il nastro adesivo per terra oppure stiamo trasgredendo ora. È cambiata forse la malattia?». Pirone sottolinea che «in Campania siamo in ginocchio e Napoli ancora di più: edifici fatiscenti e classi pollaio sono il nostro pane quotidiano. Io ho classi di 24 alunni nella secondaria di primo grado che dovranno restare per 5-6 ore con la mascherina in aula. Quindi quest'anno è un si salvi chi può, perché il metro di distanziamento non ce l'ho e, visto che il ministero me lo permette, saranno tutti in aula». Elena Fucci della media Tito Livio a Chiaia ha problemi simili: classi di 22 alunni e aule piccole nell'edificio storico di largo Ferrandina. «Non farò nessun doppio turno, basta creare disagi ai ragazzi. Le classi saranno a pieno regime visto che è concesso dalla legge e in piccola parte sono anche vaccinati. Tuttavia saremo molto vigili sui ragazzi, controlleremo che seguano alla lettera i protocolli come igienizzazione delle mani e mascherine sempre alzate».

Sara Sica, dirigente dell'Istituto comprensivo Baracca Vittorio Emanuele II con la sede principale in parte di un condominio di vico Tiratotio, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, annuncia che «finalmente sono iniziati i lavori nel plesso e la ditta ha pianificato in due mesi la loro ultimazione, così come anche al plesso di vico Santa Maria Apparente». La dirigente che ha plessi tutti in edifici storici dovrà quindi porre dei sacrifici agli alunni e alle loro famiglie: «Tra le ipotesi c'è quella di articolare la didattica su 6 giorni e non più su 5». C'è poi un problema di pochi collaboratori scolastici e amministrativi, con le procedure di ingresso con Green Pass che tolgono tempo al lavoro quotidiano. «Facciamo di tutto per far sì che i disagi non si ripercuotano sui bambini. Poi ci sono alunni straordinari come Pio, un bambino con spiccate doti artistiche e letterarie, che ci ha ripagato dell'impegno profuso con lettere dalla prosa impeccabile».

A Dario Spagnuolo, dirigente dell'istituto comprensivo Bracco a Soccavo, mancano invece soprattutto i collaboratori «tagliati pesantemente. Lo scarno organico deve badare a sanificare 40 aule, qui si dimentica un concetto basilare: la scuola non sono solo docenti. È un insieme di persone con un incarico preciso: c'è chi pulisce, chi organizza, chi vigila e chi insegna». Spagnuolo poi da alcune settimane ha un problema molto serio: «Ho una grave infiltrazione e nessuno che intervenga. Al Comune, cui spetta la manutenzione, ha il bilancio bloccato e io intanto aspetto che aggiustino il sistema fognario. Tra pochi giorni riapriamo ma con i bagni rotti come faccio?». Anche al Bracco lo spazio non c'è e le classi saranno a massima capienza: «Sono tranquillo, il mio personale è totalmente vaccinato. Il rischio saranno i ragazzi, che fuori scuola abbassano la mascherina e sono più promiscui, ma all'interno non ho mai avuto cluster e immediatamente individuato ammalati».

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Il Mattino