SANT'AGNELLO - Un livello di batteri fecali 50 volte superiore alla norma: è quanto rilevato dai tecnici dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpac)...
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Nei giorni scorsi due tecnici dell'Arpac hanno effettuato un sopralluogo di ispezione, verifica e controllo sulla spiaggia santanellese per poi prelevare alcuni campioni di acqua da una pozza al di sotto di uno scarico del troppo pieno. Nonostante la qualità del mare a breve distanza sia risultata nella norma, oggi le analisi hanno rivelato la presenza di 260mila unità di escherichia coli in 100 millilitri di acqua contenuta nella pozza: una concetrazione circa 50 volte superiore al limite fissato dalla legge, cioè 5mila. In più, nella loro relazione, i tecnici dell'Arpac hanno riscontrato «un odore proveniente presumibilmente da reflui civili». Quanto basta per far scattare l'allarme inquinamento nella zona del Pecoriello.
«L’Arpac conferma la qualità dei liquami finiti sulla spiaggia e a mare - dichiara Claudio d’Esposito, presidente del Wwf Terre del Tirreno – È inconfutabile la bomba ecologica rappresentata dalle pozze sull’arenile e causata, per l’ennesima volta, dal troppo pieno della condotta». La notizia arriva proprio mentre la penisola sorrentina si appresta a festeggiare l'assegnazione della Bandiera Blu a Sorrento e Piano di Sorrento: «Nel frattempo - conclude d'Esposito - le pozze luride continueranno a rilasciare sostanze inquinamenti nella sabbia e a rendere il mare sempre più torbido e schiumoso. Tutto ciò contribuisce a creare una situazione di rischio igienico-sanitario su una spiaggia raggiunta via mare da ignari canoisti e diportisti, oltre che a danneggiare il paesaggio e l'ambiente. Bisogna attivare al più presto le procedure di messa in sicurezza dell’area attraverso la bonifica e la sanificazione dell’arenile e, per tutelare salute pubblica, l’interdizione con emissione di un divieto di transito e sbarco».
Sulla vicenda interviene anche la Gori, società consortile che gestisce le risorse idriche in penisola sorrentina: "Il 27 maggio, dopo aver ricevuto la segnalazione del guasto dalla Capitaneria di porto, i nostri tecnici hanno raggiunto la zona del Pecoriello nel giro di due ore.
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Il Mattino