Solidarietà a Napoli, ora apre la casa delle genti: ospitati 25 clochard

Solidarietà a Napoli, ora apre la casa delle genti: ospitati 25 clochard
«Una risposta umana alla piaga della povertà». Così padre Salvatore Farì, presidente della Fondazione Ritiro Santa Maria del Gran Trionfo...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Una risposta umana alla piaga della povertà». Così padre Salvatore Farì, presidente della Fondazione Ritiro Santa Maria del Gran Trionfo definisce il nuovo progetto di accoglienza dell'Arcidiocesi di Napoli, la «Comunità delle genti» voluta dal cardinale Crescenzio Sepe per accogliere i senza dimora, che sarà presentata domani, alle 11.30, nella sede della Fondazione al civico 2 di via Santa Maria Avvocata a Foria.


Un nuovo spazio di accoglienza per i più sfortunati (inizialmente ospiterà 25 persone) che, dopo l'emergenza Covid-19, rischiano di tornare alla vita di prima ossia di trascorrere le loro giornate all'addiaccio d'inverno e sotto il sole d'estate.
 
Un progetto di «umanizzazione delle relazioni umane», senza esclusione di appartenenza sociale, credo religioso, livello culturale. Questo vuole essere la «Comunità delle genti»: una nuova e importante realizzazione fortemente voluta dal cardinale Sepe per accogliere persone senza dimora costrette a vagare per le vie della città. Una struttura che sostituisce la Casa «Chiesa che accoglie» creata, lo scorso aprile dall'arcivescovo di Napoli a Cappella Cangiani, nell'immobile messo a disposizione dai Padri Gesuiti, durante la fase acuta della pandemia per ospitare i senza dimora, sottraendoli al pericolo di contagio. La «Comunità delle genti», in continuità con la Casa di Cappella Cangiani, si avvarrà del competente servizio assistenziale della cooperativa «Accoglienza Vincenziana» presieduta da suor Giovanna Pantaleo (delle Figlie della Carità) e agirà in comunione ecclesiale con l'organismo pastorale Caritas, le parrocchie, i movimenti ecclesiali, le associazioni laicali e le istituzioni a vari livelli. Domani dopo l'indirizzo di saluto di padre Salvatore Farì, missionario vincenziano e presidente della Fondazione e la presentazione degli ospiti che abiteranno la Comunità da parte di Luigi Carbone, presidente dell'associazione «Giovani per San Vincenzo», il cardinale Sepe benedirà la nuova struttura residenziale.
 

L'idea è nata durante l'emergenza Covid grazie all'intuizione umana e spirituale dell'arcivescovo di Napoli per garantire accoglienza a persone senza un tetto sulla testa. Affidandone la gestione alla Fondazione Ritiro di Santa Maria del Gran Trionfo, Sepe ha inteso proporre una progettualità ecclesiale riguardante la povertà, «eludendo ogni forma di buonismo assistenzialista che spesso preclude l'autonomia delle persone per un reale riscatto e una vita pienamente realizzata», sottolinea padre Farì, che guiderà la struttura. All'inizio la Comunità accoglierà 25 persone nell'immobile dove ha sede la Fondazione nata per volontà di Sepe nel 2008 per dare continuità all'istituzione di carità voluta dal cardinale Sisto Riario Sforza nel 1875, che ha nello statuto tra le finalità l'accoglienza dei senza fissa dimora e degli immigrati. «Andrà a sostituire l'altra Casa che aprì a Cappella Cangiani (che era provvisoria per l'emergenza Covid e che da oggi chiuderà in via definitiva) - aggiunge padre Salvatore - La finalità sarà l'accoglienza ai poveri, ma non solo in forma assistenziale. L'importante è abbinare il termine assistenza a quello di promozione umana». Saranno infatti allestiti nuovi spazi per gli ospiti come i campetti di calcio nel giardino per le attività sportive, ma anche laboratori creativi e botanici come la cura degli agrumeti e corsi per pizzaiolo tra le varie attività. «Il senso è l'idea dello stare insieme senza differenza di razza, cultura e religione al fine di aprire strade di sostegno per uscire dalla condizione di povertà», conclude don Farì. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino