Stadio discarica, nel Napoletano ​una città affoga nei suoi rifiuti

Stadio discarica, nel Napoletano una città affoga nei suoi rifiuti
Lo stadio di Arzano? Ha più l'aspetto di una discarica a cielo aperto che di una struttura sportiva. Il piazzale antistante, infatti, è stato trasformato in un...

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Lo stadio di Arzano? Ha più l'aspetto di una discarica a cielo aperto che di una struttura sportiva. Il piazzale antistante, infatti, è stato trasformato in un autentico sito di stoccaggio di ingombranti ma anche di smaltimento di rifiuti tossici e pericolosi. Si trova vere la città affogamente di tutto, lo scenario è avvilente e rispecchia il degrado ambientale in cui da due mesi ormai si trova l'intera città, alle prese con un'autentica emergenza rifiuti in gran parte imputabile ai disservizi da parte della ditta privata a cui è affidata attualmente la pulizia del territorio.


COSA ACCADE
Il consorzio Gema subentrato alla Senesi, allontanata dal Comune per problemi con le certificazioni antimafia, finora non è riuscito, infatti, ad elaborare un programma efficiente e offrire un servizio adeguato alla collettività. Ad aggravare il tutto anche la carenza di mezzi e pare di liquidità da parte della società, che non consente agli operatori di ricevere le giuste spettanze e nei tempi dovuti. «Non ci sono parole per esprimere la rabbia, la tristezza e lo sconcerto per questa immagine angosciante della città», dice Luigi, amministratore di un profilo facebook al quale sono iscritti centinaia di residenti. «Quello che rende la situazione complessivamente più preoccupante è che i cittadini, purtroppo, sembrano assuefatti a questo scempio immane, senza opporre un minimo di resistenza» sottolinea un abitante del centro storico. Il degrado igienico-sanitario appare come il triste epilogo, purtroppo, di una città che muore. «E come teatro dell'atto finale è stato scelto quello che in tutte le città del mondo rappresenta la civiltà e l'inserimento dei giovani nella società: lo sport» sottolinea un ex atleta della locale squadra di calcio puntando l'indice contro la discarica creata nello spiazzale antistante l'impianto sportivo di via Vittorio Emanuele. C'è però chi cerca, pur condannando lo sfascio del territorio, di trarre una improbabile giustificazione. «La gente è incivile ma è pure vero che il materiale ingombrante da qualche parte deve essere smaltito e oggi, con la chiusura ormai da oltre un anno dell'isola ecologica, i residenti veramente non sanno cosa scegliere» dice Antonio dal quartiere Sette re.

 
I TEMPI

I tempi di apertura dell'isola ecologica rappresentano un'autentica incognita per la collettività. «Se al comune non sono in grado di garantire la raccolta quotidiana dei rifiuti, figuriamoci se riusciranno a riaprire il sito di stoccaggio degli ingombranti» fanno rilevare alcuni esponenti dell'associazionismo locale. Sversamenti abusivi, intanto, nascono come funghi da un capo all'altro del territorio. Sempre nei pressi dello stadio Sabatino De Rosa, sotto i ponti degli svincoli degli assi di raccordo, ci sono altre situazioni di scempio senza fine con rifiuti tossici e inquinanti poggiati direttamente sul terreno, con grave pericolo di inquinamento del sottosuolo e minaccia per la salute pubblica. Non di rado questi rifiuti vengono anche dati alle fiamme da ignoti criminali che contribuiscono con questi gesti ad aggravare il deterioramento ambientale senza che nessuno sia riuscito finora a mettere in campo un piano di prevenzione e repressione con l'individuazione e la punizione di questi soggetti per niente rispettosi dell'ecosistema e delle sue regole. Un appello è stato lanciato oltre che alla commissione straordinaria che guiderà, dopo il terzo scioglimento per camorra, la città per i prossimi diciotto mesi anche al prefetto di Napoli.
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Il Mattino