«Nessun rischio di privatizzazione per lo stadio San Paolo». Dal Comune di Napoli allontanano l'ipotesi di trasformare lo stadio della città e di...
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È in corso un dialogo tra governo ed enti locali in un'ottica di valorizzazione per tutti quegli immobili, che possano essere considerati allettanti sul mercato puntato chiaramente ad una maggiore redditività. Un accordo che prevedrebbe l'affidamento pluriennale ad Invimit, immobiliare di Stato, che fa capo al Mef, che gestirebbe, non direttamente gli impianti, ma un fondo di investimenti, attirando così privati ad acquisire quote dello stesso fondo. La gestione potrebbe rimanere in capo al Comune. «Un'operazione che gioverebbe all'ente - spiegano da Palazzo San Giacomo - visto che si andrebbero a valorizzare impianti di nostra proprietà, come le Terme di Agnano o l'Ippodromo, e che potrebbe, nel caso del San Paolo, essere utile anche al club, andando verso una gestione più intensiva dello stadio». Ovviamente un'operazione che dovrebbe passare al vaglio del Consiglio comunale, al quale spetterebbe l'ultima parola. Il dialogo c'è - e dal Municipio non lo nascondono - ma si tratta di una situazione allo stato embrionale. Invimit starebbe lavorando appunto ad un prodotto finanziario diversificato, segnando così la differenza rispetto al passato, in cui le dismissioni avvenivano per via della cartolarizzazione. L'obiettivo resta quello di creare un ventaglio di beni variegato, che offra un buon rating sul mercato. E lo stadio San Paolo è soltanto uno dei beni, che potrebbe rientrare in questo progetto.
Dal club azzurro nessun commento all'ipotesi che vedrebbe lo stadio di Fuorigrotta rientrare nei beni da inserire in un ampio discorso di valorizzazione gestito dall'immobiliare di Stato. Interpellata dall'Adnkronos la Società non nasconde il proprio scetticismo limitandosi a rispondere: «Non commentiamo ipotesi». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino