Studentessa suicida, il rettore della Federico II: «Occorre segnalarci il malessere»

Lorito indica le azioni per sostenere i ragazzi con l’aiuto di psicologi e il centro Sinapsi

Il rettore della Federico II Matteo Lorito
«Abbiamo perso una figlia, nonostante le forti azioni di sostegno agli studenti messe in atto». Il rettore della Federico II Matteo Lorito è addolorato per il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

«Abbiamo perso una figlia, nonostante le forti azioni di sostegno agli studenti messe in atto». Il rettore della Federico II Matteo Lorito è addolorato per il suicidio di Diana Biondi, 27enne di Somma Vesuviana che sembrerebbe sia entrata in crisi a causa di un ritardo nella laurea in Lettere moderne annunciata ai familiari, mentre le mancava ancora un esame. «È una perdita enorme perché quando si spegne una giovane vita è sempre un fatto enorme. Non abbiamo dormito questa notte», aggiunge. 

Lorito indica le azioni per sostenere i ragazzi con l’aiuto di psicologi e il centro Sinapsi. «Ma se il disagio non si manifesta è impossibile intervenire». Di qui l’appello ai genitori e agli amici: «Segnalateci il malessere». E, in riferimento alle difficoltà negli studi universitari: «Se non si riesce, non è un fallimento. Si cresce, tutti insieme», anche se la giovane napoletana «aveva già svolto una parte della carriera».

Un messaggio rilanciato da Andrea Mazzucchi, direttore del dipartimento di Studi umanistici, che esprime innanzitutto vicinanza alla famiglia colpita dal lutto: «Dobbiamo continuare nello sforzo dell’accoglienza, frequentare i corsi aiuta a creare una comunità». Più difficili sono stati, per questo, i periodi di lockdown e didattica a distanza dovuti all’emergenza Covid. «Sfuggono proprio quel casi in cui non si arriva a chiedere sostegno». Rimarca Lorito: «Gli strumenti per intervenire ci sono, abbiamo gli strumenti. Vogliamo coccolare, aiutare i nostri figli». «Riconoscendo alla fragilità anche un valore», conclude Mazzucchi.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino