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Proteste, appelli, raccolta di firme, fiaccolate. Un mese di battaglie per evitare che suor Maria Sparaco lasciasse la guida del santuario delle Gerardine di Sant’Antonio Abate. Lei, viso sorridente e un grosso neo sulla guancia destra, è riuscita nel suo intento di guida spirituale ma non solo. «La madre generale era entrata nelle nostre case con umiltà, ma ora con violenza ce la stanno togliendo» raccontano i fedeli, gli stessi che si sono riuniti all’esterno del santuario di San Gerardo per pregare e percorrere il paese in silenzio, recitando il Rosario alla luce delle candele, dietro lo striscione «Ridateci suor Maria».
L’ex direttrice avrà guardato e pregato seguendo la diretta Facebook, mentre era a Ruvo di Puglia, dove pochi giorni prima era arrivata. È li che è stata destinata per proseguire nella sua opera di evangelizzazione. Ma la partenza di suor Maria è stata sofferta ed è diventata un caso che ha coinvolto il vescovo e la congrega che guida la comunità delle Gerardine.
Per capire le ragioni di tanto clamore, bisogna riannodare i fili. Suor Maria arriva a Sant’Antonio Abate nel 2013, il suo mandato è di sei anni, ma nel 2019 ottiene una proroga di ulteriori tre che scadono quest’anno appunto.
«La comunità delle suore Gerardine ha avuto bisogno di una “visita apostolica” (un vescovo incaricato dalla Santa Sede di ascoltare le suore e tutte le persone coinvolte nelle loro vicende interne, ndr) - precisa il vescovo di Castellammare-Sorrento Franco Alfano - che si è conclusa con il commissariamento dell’istituto religioso. L’incarico, affidato a una suora di un’altra congregazione e di provata esperienza, ha la finalità di aiutare la comunità a superare le tensioni e a riportare la serenità». Così a inizio giugno arriva a Sant’Antonio Abate la commissaria apostolica suor Maria Daniela Faraone, nominata dalla Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica.
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Qualcuno insinua che suor Maria sia stata punita per una gestione poca accorta. «Calunnie», dicono i fedeli. La comunità reagisce al trasferimento e manifesta il proprio dissenso. Suor Maria era anche insegnante di 17 alunni che frequenteranno la seconda elementare e i genitori degli alunni hanno già fatto sapere alla nuova direttrice che porteranno via i propri figli in mancanza «dei necessari chiarimenti e persistendo il venir meno del rapporto di fiducia con l’istituto scolastico gestito da persone, a oggi, ignote».
I fedeli riuniti nel comitato «Uniti per suor Maria» hanno chiesto alla Congregazione di riesaminare il trasferimento e di conoscere i motivi che hanno portato alla nomina di «tale suor Daniela Faraone, persona che non conosciamo e che non si è mai presentata al popolo dei fedeli, e all’allontanamento forzato, immotivato e improvviso della di suor Maria».
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