L'immagine emblematica degli scontri politici di ieri mattina a Pomigliano è quella del giovane militante di sinistra mentre viene «placcato» da un...
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IL POLIZIOTTO
Esposito, che nella vita di tutti i giorni fa il poliziotto, è stato l'organizzatore dell'iniziativa leghista di ieri in quel di Pomigliano. L'altro militante del Carroccio locale che ha voluto avviare la petizione pro castrazione chimica è Archino Provenzano, fratello di Vincenzo, storico responsabile territoriale del Sunia di Pomigliano, il sindacato inquilini della Cgil. «Si, sono fratelli: uno è comunista e l'altro è di destra. Capita», il chiarimento di Ciro Lanzillo, militante della sinistra pd sopraggiunto per unirsi al fronte anti leghista. E in effetti la sensazione che tra i leghisti della zona ci fosse una prevalenza di nostalgici del Ventennio è stata confermata dalle «confessioni». «Sì, siamo tutti fascisti. E con questo? Abbiamo anche noi il diritto di manifestare senza essere infastiditi», dice Salvatore, sessantenne che qui tutti chiamano O'Mericano. In realtà in piazza erano una decina gli attivisti di destra. Ma il fronte anti Salvini era numeroso e agguerrito. Oltre a Sodano c'erano Enza Iasevoli de «La Sinistra», Antonio Tondi, consigliere comunale del gruppo misto, gli studenti dell'UDS, e alcuni componenti della Casa del Popolo cittadina. Non pervenuti gli esponenti locali di Pd e M5S. Alle 12.30 un acquazzone improvviso ha spinto i leghisti a sbaraccare. La chiusura delle ostilità è stata salutata con un corale Bella Ciao, l'inno dei partigiani. «È assurdo - l'amarezza di Antonio, studente del liceo Imbriani - che in una città napoletana e operaia come Pomigliano vogliano far crescere la Lega».
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Il Mattino