Tari, rischio multe a Napoli: 350mila cartelle inviate in ritardo

Tari, rischio multe a Napoli: 350mila cartelle inviate in ritardo
L'anno scorso il Comune fu costretto a prorogare la data di scadenza della prima rata della Tari. Perché? Le 350mila cartelle esattoriali da recapitare nella case dei...

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L'anno scorso il Comune fu costretto a prorogare la data di scadenza della prima rata della Tari. Perché? Le 350mila cartelle esattoriali da recapitare nella case dei napoletani - affinché pagassero la tassa sui rifiuti - arrivarono ben dopo il 30 giugno. E fu il caos. Il termine è rimasto lo stesso, le cartelle esattoriali sono sempre 350mila e sono partite allora come adesso appena qualche giorno fa.


Tant'è, il timore a Palazzo San Giacomo di un nuovo caos esiste. Non è un caso che dopo le sollecitazioni del consigliere comunale di Agorà Nino Simeone sulla home page del Comune sia comparsa una dettagliata spiegazione di come stanno le cose. E la beffa per i contribuenti sembra essere davvero dietro l'angolo, quest'anno, infatti, è stato revocato «l'obbligo di notifica». Nella sostanza al postino basta mettere la lettera nella cassetta della posta, alla peggio sotto la porta perché non serve più la firma del ricevente che accerti appunto l'avvenuta notifica. Così se qualche postino arrivasse in ritardo o non trovasse l'indirizzo questa dimenticanza si trasformerebbe automaticamente in una mora per il contribuente.
 
«Il versamento dell'imposta - si legge sul sito del Comune - è in autoliquidazione. Il contribuente è tenuto al versamento di quanto dovuto alle scadenze previste anche se non riceve avviso di pagamento». Chi non vuole correre il rischio di aspettare il postino invano può pagare la Tari calcolando da solo l'importo sempre sul sito del Comune. Dove viene ben chiarito chi deve pagare: «La Tari è dovuta da chiunque, persona fisica o giuridica, possiede, occupa o detiene, a qualsiasi titolo e anche di fatto, locali o aree scoperte a qualunque uso adibiti, suscettibili di produrre rifiuti urbani e assimilati». In fibrillazione ci sono anche le associazione dei consumatori. Antonio Di Gennaro di Assoutenti è molto esplicito: «Il 30 scadono i termini per il pagamento della Tari e pochissimi napoletani hanno ricevuto l'avviso di pagamento. Disservizio che ho già prontamente segnalato all'Amministrazione comunale. Da quest'anno non è più obbligatorio ricevere la notifica della cartella da parte dell'Ente, e pertanto, per evitare ritardi nel pagamento con le successive messa in mora, meglio collegarsi al sito istituzionale del Comune e calcolare il relativo importo, direttamente»


Fa sensazione l'aumento della Tari - varato dal Consiglio comunale il 29 marzo - per la tassa sui rifiuti ogni famiglia pagherà più o meno 7 euro all'anno in più. Perché è stato deciso l'aumento se le tariffe sono già al massimo? Come è noto il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti deve essere interamente coperto dalla Tari per legge. Asìa si occupa della raccolta e la Sapna - società della Città metropolitana guidata come il Comune dal sindaco Luigi de Magistris - dello smaltimento. Ad aumentare sono stati costi dello smaltimento. Nella sostanza il valore della Tari nel 2018 era di 228,8 milioni ma nel 2019 è salito a 231,9 milioni in virtù dello smaltimento aumentato di 5,4 milioni: in termini percentuali un più 11%, da qui l'aumento. Preoccupato Nino Simeone che ammonisce: «Finalmente da ieri hanno pubblicato il link per il calcolo ed il pagamento online, sulla home page del sito Istituzionale del Comune e ho notizie che stanno arrivando le prime comunicazioni Tari a mezzo posta nelle case dei napoletani». Per il consigliere di Agorà il caso e tutto tranne che chiuso: «La cosa che mi fa più arrabbiare - conclude - è quella che da quando faccio il Consigliere comunale di questa mia meravigliosa città, che rincorro defezioni, lentezze e ritardi burocratici che incidono pesantemente sulla cittadinanza e sull'Amministrazione. L'anno scorso, sullo stesso tema, abbiamo dovuto chiedere ed ottenere una proroga per il pagamento della Tari perché migliaia di napoletani non ricevettero, appunto, le cartelle di pagamento della tassa sui rifiuti e rischiavano ingiustamente di essere multati. Quest'anno, invece di partire in tempo, magari anticipando l'invio delle 350 mila cartelle esattoriali si è pensato bene di eliminare l'obbligo di notifica al contribuente per evitare l'eventuale ricorso». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino