Teatro San Carlo, in campo la Città metropolitana: «Non servono tagli, pronti 4 milioni»

Teatro San Carlo, in campo la Città metropolitana: «Non servono tagli, pronti 4 milioni»
Non solo c'è la quota fissa da 2,2 milioni ma per la prima volta la Città metropolitana mette per il San Carlo 1,5 milioni aggiuntivi per salvare il corpo da...

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Non solo c'è la quota fissa da 2,2 milioni ma per la prima volta la Città metropolitana mette per il San Carlo 1,5 milioni aggiuntivi per salvare il corpo da ballo, in totale sono 3,7 milioni. E sono almeno altrettanti i motivi che hanno indispettito tecnici, consiglio metropolitano e il sindaco Luigi de Magistris rispetto all'uscita del sovrintendente Rosanna Purchia. Non nuova a certe prese di posizione, l'ultima è appunto quella di additare l'ex Provincia come ente insolvente verso il Massimo napoletano e dunque causa dei guai finanziari del San Carlo dove in verità il flusso di finanziamenti è sempre cospicuo. «Quella della Purchia sembra tanto una dichiarazione politica - raccontano da Piazza Matteotti - una strizzatina d'occhio al governatore Vincenzo De Luca, ma le cose non stanno come dice il sovrintendente». Ieri - intanto - c'è stata la cosiddetta «prima» ma de Magistris non è andato al teatro. Assenza «assolutamente non polemica» - fanno sapere da Palazzo San Giacomo - semplicemente non era prevista la sua presenza, l'ex pm ha trascorso la giornata con la famiglia.

 
Quando arriveranno i soldi stanziati dalla Città metropolitana? A rispondere alla domanda è il direttore generale dell'ente, Lino Cozzolino, un tecnico e in quanto tale super partes. Prima di approfondire, giova ricordare che alla Città metropolitana non esiste una giunta ma i consiglieri delegati, per cui l'iter di approvazione del documento contabile è molto diverso da quanto accade in Comune o in Regione. «Il bilancio è stato approvato già dal sindaco - racconta Cozzolino - mercoledì ci sarà la conferenza dei capigruppo e andrà probabilmente in Consiglio metropolitano per l'approvazione definitiva tra il 27 e il 28 del mese. Vorrei sottolineare che il bilancio deve essere approvato entro il 31 e dunque siamo ampiamente nei tempi disposti dal Testo unico per gli enti locali. Nessun ritardo e nessuna mancanza da parte nostra. Ma questo al San Carlo lo sanno bene, perché lavoriamo spalla a spalla con loro tutti i giorni». Del resto quello che non manca alla ex Provincia sono i soldi avendo a disposizione un «avanzo libero» di bilancio di 480 milioni. Fondi che stanno in distribuzione sotto forma di finanziamento a tutti e 92 i comuni della sterminata area metropolitana e a beneficiarne sarà anche Palazzo San Giacomo.


Il direttore generale entra nel dettaglio della corposa somma stanziata dalla ex Provincia: «I 2,2 milioni - conclude Cozzolino - sono la quota da versare perché la Città metropolitana abbia diritto a restare nel Consiglio di indirizzo, a questa somma il sindaco ha aggiunto 1,5 milioni per rispondere alle difficoltà poste dalla Purchia riguardo al corpo da ballo. La sovrintendente si è lamentata di una mancanza di finanziamenti che ha attribuito alla Regione». Insomma un balletto - è il caso di dire - di responsabilità, una cosa normale quando si parla di San Carlo dove le polemiche sono davvero all'ordine del giorno. Eppure nelle casse del Massimo napoletano dal 2015 al 2018, per quello che riguarda i finanziamenti provenienti dagli enti pubblici, sono entrati circa 120 milioni. Non una cifretta alla quale si devono aggiungere gli incassi al botteghino e quelli che provengono dalle attività secondarie del teatro. Eppure il San Carlo sembra essere sempre sull'orlo del baratro finanziario e prossimo al fallimento pur potendo contare su incassi certi ogni anno e pur avendo approvato, come ha sottolineato la Purchia, dieci bilanci in attivo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino