Successo per il Teatro di San Carlo che ieri, giovedì 7 settembre, ha inaugurato la stagione lirica della Dubai Opera. Un pubblico cosmopolita nella sala da 1905...
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«Il Teatro di San Carlo - sottolinea il sovrintendente Rosanna Purchia - è pronto a sfide ben più grandi dopo questo progetto per la Dubai Opera. Stiamo affrontando l’intera Trilogia mozartiana in contemporanea, con la medesima compagine di Orchestra e Coro, con tre direttori diversi e con un cast di cantanti giovani e di talento. E abbiamo scelto di farlo debuttando all’estero, in un contesto diverso e lontano dal nostro sotto tanti punti di vista, che per il San Carlo rappresenta peraltro una nuova tappa internazionale. Tutto ciò ha messo in luce una compattezza, una professionalità e un rigore veramente rari, da parte di tutti i settori del Lirico, e per questo oggi mi sento più che mai orgogliosa del San Carlo: di chi ha lavorato qui a Dubai, dei costruttori e degli scenografi dei nostri laboratori di Vigliena che con incredibile maestria hanno saputo rappresentare l’ideazione scenica di Nicola Rubertelli che esalta storia e immagine della cultura napoletana, e ancora della sartoria per la realizzazione dei favolosi costumi di Giusi Giustino, e dei nostri uffici che non hanno mancato di garantire quotidianamente il loro supporto da Napoli».
Joseph Fowler, direttore artistico della Dubai Opera: «Siamo estremamente fortunati ad aver qui il Teatro di San Carlo in Dubai con tre nuove produzioni per l’inaugurazione della nostra seconda stagione lirica. Ci sono le emozioni della Trilogia, scene e costumi favolosi, cantanti meravigliosi e un bravissimo regista: che possiamo chiedere di più?».
Liborio Stellino, ambasciatore italiano negli Emirati Arabi Uniti, riferendosi allo spettacolo di ieri: «Una grande serata, la prima delle tre prime. Saremo qui a celebrare Napoli, l’Italia e la grande cultura. Napoli fa risaltare la cultura italiana in una città, Dubai, che è diventata una piattaforma globale dove l’Italia deve sfidare tutti non soltanto con l’innovazione e con la tecnologia, ma con quello che ci rende grandi nel mondo ancora oggi e inimitabili». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino