Teatro Trianon, c'è il bando: Marisa Laurito in pole position dopo l'addio di Nino D'Angelo

Teatro Trianon, c'è il bando: Marisa Laurito in pole position dopo l'addio di Nino D'Angelo
Pare che la scintilla sia scoccata nel sagrato di Santa Chiara, ai funerali di Luciano De Crescenzo, amico di una vita: in quella mattina di luglio, Marisa Laurito scambiò...

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Pare che la scintilla sia scoccata nel sagrato di Santa Chiara, ai funerali di Luciano De Crescenzo, amico di una vita: in quella mattina di luglio, Marisa Laurito scambiò con Vincenzo De Luca poche e sommesse parole, che però al presidente della Regione hanno suggerito un'intuizione. Tanto che quel breve dialogo ha avuto un'appendice nelle settimane seguenti, fino a trovare un'intesa. Per ora soltanto verbale. Sarà molto probabilmente lei a riempire il vuoto ingombrante lasciato da Nino D'Angelo, direttore uscente del Trianon ma capopopolo di Forcella ancora in carica.

 
Certo, nelle ultime settimane si sono cumulate le candidature per la successione, alcune anche autorevoli: si sono fatti avanti Nello Mascia, Lina Sastri, Peppe Lanzetta, Gianfranco Gallo, Bruno Garofalo, oltre a Mariano Bauduin, Carmine Borrino e Fabio Brescia. Era girato anche il nome di Peppe Lanzetta, e da ieri c'è anche una manifestazione di interesse per l'individuazione del nuovo direttore artistico: le candidature, corredate da un curriculum e un progetto di indirizzo, dovranno essere inviate al Trianon entro il prossimo 25 settembre. Finora erano state inviate in varie forme e a diversi indirizzi - email o fisici - del teatro e della Regione, che ha preferito mettere in ordine la procedura.

L'interesse per la carica è testimonianze dello stato di buona salute, o quantomeno di vitalità, di una sala andata all'asta più volte e che da una manciata di giorni è amministrata da una Fondazione che ha come socio di maggioranza proprio la Regione. «Lo davano per moribondo, invece oggi il Trianon è completamente risanato e tanti artisti vorrebbero dirigerlo. D'altra parte, lavoro qui da 17 anni e per la prima volta abbiamo un bilancio in attivo», spiega con orgoglio Luciano Quagliozzi, direttore di palcoscenico e rappresentante della Slc-Cgil.

Salvo colpi di scena (che in un teatro, per carità, sono sempre possibili), la Regione però ha scelto: toccherà a Marisa Laurito, il nome che nessuno aveva pronunciato, il compito di raccogliere il testimone lasciato da D'Angelo, qui al suo secondo mandato. Al teatro del popolo, avamposto sociale e culturale che in quel sottotitolo porta inscritta una vocazione inalienabile, serve un direttore che, oltre a curare la programmazione, tenga accesi sul teatro i riflettori dei media e gli occhi del quartiere e della politica. Il compito non è dei più agevoli, ma la Laurito potrebbe avere l'esperienza e il carattere necessari per vincere la sfida: artista dal multiforme ingegno, nei suoi 50 anni di carriera ha lavorato - oltre che con l'ingegnere-filosofo De Crescenzo - al fianco di Eduardo, con il quale esordì all'età di 21 anni, e di Renzo Arbore.


Intanto, una scelta è ufficiale: sarà un altro allievo di Eduardo, Gigi Savoia, a dirigere il teatro Bolivar. Anche qui la scelta l'ha fatta un De Luca. In questo caso, Toni, proprietario della sala di Materdei. L'attore prenderà il posto di Emilio Fede, usato come testimonial, più che come direttore, della stagione passata. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino