Fuochi d'artificio, brindisi e festeggiamenti. Tornano a casa dopo sette mesi in carcere Giovanni e Ciro Massella, padre e figlio al centro dell'inchiesta sul voto di...
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I due hanno ottenuto il parere favorevole anche dalla Procura e sono tornati ai domiciliari nel weekend appena trascorso. Al loro arrivo sono stati sparati fuochi d'artificio per festeggiare il ritorno a casa, triste usanza che solitamente appartiene agli ambienti di camorra. I due, però, sono i principali testimoni dell'accusa e hanno cominciato a collaborare subito con gli investigatori, per ricostruire tutto il business che si celava dietro la campagna elettorale del 2018 a Torre del Greco, che ha portato alla vittoria l'attuale sindaco Giovanni Palomba. Venerdì la prima udienza del processo, al quale si è arrivati su decreto di giudizio immediato richiesto dal procuratore Pierpaolo Filippelli e dai sostituti Bianca Maria Colangelo e Giuseppe Borriello. In discussione la richiesta di patteggiamento avanzata dai due principali indagati: Stefano Abilitato a due anni e otto mesi, Simone Magliacano a tre anni. Sul cellulare di quest'ultimo è stata raccolta una grossa mole di «auto intercettazioni», che hanno permesso agli investigatori di rafforzare il quadro accusatorio nei confronti di tutti gli indagati.
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A parte i Massella e Salvatore Loffredo, con l'incognita di Abilitato e Magliacano, affronteranno il processo sicuramente in quattro. Con Giuseppe Sdegno, Gennaro Savastano e Vincenzo Izzo ci sarà anche Domenico Pesce, ex presidente Unicef Napoli, accusato di aver sfruttato i pacchi alimentari (con marchio Ue e non commerciabili) forniti dall'organizzazione e destinati ai meno abbienti, per comprare voti sempre in favore di Abilitato. Tutti sono accusati di aver avuto un ruolo più o meno determinante nella presunta compravendita di voti, avvenuta nel seggio dove votavano i residenti di via San Giuseppe alle Paludi. In quella zona, Izzo e Savastano avrebbero affrontato Abilitato, schiaffeggiandolo, durante il suo giro in cerca di voti. Sdegno, invece, è accusato di aver tenuto la cassa per conto di Magliacano e Abilitato: circa duemila euro in contanti, forniti in più tranche ai Massella all'esterno dei seggi, per comprare voti a 20-30 euro. Una dozzina di votanti sono stati identificati e sono indagati a piede libero: anche loro rischiano il processo.
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Il Mattino