«Totò è nato al Rione Sanità, qui è diventato l'artista che tutti conosciamo. Il principe, una metafora per dire che c'è...
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«Nel 50esimo anniversario dalla sua scomparsa - ha affermato - la Fondazione San Gennaro, con l'aiuto di tanti, istituzioni, università, associazioni, sì è fatta promotrice di un momento di grande recupero di identità che è ciò che fa i legami tra le persone». «Un recupero - ha aggiunto - che passa attraverso la riscoperta dell'amore per Totò».
«Oggi inauguriamo questo spazio perché abbiamo pensato che anche i luoghi devono partecipare alla rinascita del quartiere - ha sottolineato - A Largo Vita è stato posto il monolite di Giuseppe Desiato, che giaceva solo nei ricordi, risale alla fine degli anni '90 e che oggi trova vita nella sua più Vera collocazione». «La sagoma vuota indica l'assenza di Totò, la mancanza percepita - ha concluso - e il modo in cui questi vuoti possono essere riempiti grazie alla partecipazione di tutti».
«Mio nonno ha una nobiltà non di galloni, ma di cuore», ha detto Elena Anticoli de Curtis, nipote di Totò. «C'è ancora tanto da imparare tanto da lui - ha affermato - Mio nonno è un esempio di bontà». «Io non l'ho conosciuto - ha aggiunto - e sentire l'amore che tutti hanno per lui mi commuove». «A 50 anni dalla scomparsa del nonno - ha concluso - lui c'è ancora, voglio credere che questa sia una rinascita».
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Il Mattino