Trapianti, bufera al Monaldi: Maiello lascia dopo venti anni

Trapianti, bufera al Monaldi: Maiello lascia dopo venti anni
Non c'è pace per il centro trapianti di cuore dell'ospedale Monaldi: dopo le polemiche, le denunce e le proteste, piovute negli ultimi mesi sulla struttura...

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Non c'è pace per il centro trapianti di cuore dell'ospedale Monaldi: dopo le polemiche, le denunce e le proteste, piovute negli ultimi mesi sulla struttura pediatrica (dove i trapianti sono sospesi un anno e in attesa di nuova autorizzazione), ora tocca alla trapiantologia per adulti soffrire. Ciro Maiello si è infatti dimesso dal ruolo di responsabile del programma trapianti e lascia vacante la casella dell'unità semplice dipartimentale di chirurgia dei trapianti dell'ospedale collinare. Allievo di Maurizio Cotrufo - pioniere dei trapianti di cuore in Campania - Maiello dopo circa 20 anni di attività in prima linea nella cardiochirurgia e dopo aver segnato un'intera stagione nel ruolo di leader del programma trapianti fa un passo indietro e torna nei ranghi rinunciando a ruoli di responsabilità. Nessun commento sulla decisione comunicata l'altro ieri, con una breve nota scritta, al commissario dell'ospedale Giuseppe Matarazzo. Raggiunto al telefono risponde con un laconico motivi personali.

 
Le sue dimissioni arrivano a distanza di una settimana dal provvedimento firmato dalla direzione aziendale per il riordino delle attività trapiantologiche per pazienti adulti e pediatrici. Una delibera condivisa dal direttore del dipartimento di Chirurgia dei Trapianti Antonio Corcione (responsabile del centro regionale trapianti), configurata come un compromesso per mettere a tacere le proteste del comitato delle mamme dei bambini trapiantati e di Federconsumatori. Questi ultimi reclamano non solo la ripresa delle attività di trapianto per i piccoli (sospese un anno fa), ma anche la completa ridefinizione delle funzioni assistenziali e dei percorsi che in passato hanno garantito eccellenti risultati nei trapianti pediatrici ma scaduti a partire dal 2013. Una stagione nera, quella attraversata negli ultimi anni dal centro trapianti pediatrici del Monaldi, prima per carenze di personale - culminate nel 2013 con l'addio alla professione del primario Giuseppe Caianiello - poi per le divisioni interne. L'arrivo di Guido Oppido al timone della Cardiochirurgia dei trapianti pediatrici (proveniente dalla prestigiosa scuola cardiochirurgia di Bologna) non ha ricolto i problemi ma segnato divergenze di vedute e di prassi cliniche tra il vecchio gruppo di chirurghi, abituati a lavorare in team, e il nuovo primario. Intanto le lacune di personale sono state colmate e l'unità di Cardiochirurgia dei trapianti per bambini può oggi contare su quattro specialisti (un aiuto e tre precari) che effettuano circa 300 interventi di cardiochirurgia pediatrica all'anno.

Competenza, protocolli di cura e organizzazione dei percorsi sono le richieste di Dafne Palmieri, mamma di un ragazzo napoletano trapiantato di cuore nel 2014. L'unico ancora in vita su nove minori trapiantati di cuore, anche in altre strutture di altre regioni, ma seguiti a Napoli per il post trapianto. Laddove invece in passato le percentuali di sopravvivenza erano oltre la soglia del 93%. Alla richiesta più urgente di garantire percorsi di assistenza e un servizio di accettazione in urgenza, l'azienda ha risposto con un modello assistenziale di compromesso, finalizzato alla risoluzione dei nodi più evidenti. In particolare attribuendo alla Cardiochirurgia pediatrica i percorsi assistenziali dei pazienti sino a 10 anni di età e la Cardiochirurgia dei trapianti per adulti quelli per i pazienti 10 a 18 anni. Nelle more della realizzazione di un nuovo reparto dedicato ai trapianti finanziato con 3,4 milioni di euro, di cui il 30% già assegnato, a Ciro Maiello era stato affidato il programma di trapianto con la responsabilità clinica della gestione nella fase che segue e precede il trapianto degli adulti. A Guido Oppido la responsabilità di tutti i trapianti pediatrici ma con la gestione delle fase pre e post operatoria solo per i piccoli sino al decimo anno di età. Ad Andrea Petraio, infine, cardiochirurgo del gruppo di Maiello, la responsabilità clinica perioperatoria dei pazienti pediatrici di età compresa tra i 10 anni compiuti ed i 18 anni.

Un modello e una parcellizzazione che evidentemente Maiello non ha condiviso. «Come associazione per la tutelare dei diritti dei trapiantati cardiaci e di chi è in lista d'attesa commenta Luigi Savino, presidente dei cardiotrapiantati italiani, che conta 400 soci riteniamo che il Monaldi sia e resti una eccellenza della Cardiochirurgia n Italia. Negli ultimi anni si è parlato molto in termini negativi di questa realtà di eccellenza e si è puntato il dito su conflitti tra primari che hanno fatto pensare a inadeguata assistenza nel post-chirurgico: tutto ciò è falso. Da sempre a noi trapiantati è garantita un'assistenza con controlli periodici ottimali presso il Centro trapianti diretto da Ciro Maiello con ogni forma di consulenza chirurgica, epatica, urologica, nefrologica oltre che cardiaca). Confidiamo che si instauri un clima di serenità di cui i medici hanno bisogno per operare».


«Noi andiamo avanti con il nostro programma aggiunge il direttore generale del Monaldi Giuseppe Matarazzo Maiello ha presentato le dimissioni per ragioni personali e speriamo possa ripensarci. Dal punto di vista gerarchico l'unità organizzativa è di Chirurgia generale e dei trapianti e il primario è Marisa De Feo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino