Università Federico II, il rettore Lorito: «Da Scampia a Napoli Est, esportiamo saperi»

Università Federico II, il rettore Lorito: «Da Scampia a Napoli Est, esportiamo saperi»
Il campus di San Giovanni a Teduccio si arricchisce di un nuovo hub e nel giro di qualche settimana avrà a disposizione anche nuovi edifici e ambienti sia per la didattica...

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Il campus di San Giovanni a Teduccio si arricchisce di un nuovo hub e nel giro di qualche settimana avrà a disposizione anche nuovi edifici e ambienti sia per la didattica che per l'ospitalità. Non appena si è insediato, il rettore dell'Università Federico II Matteo Lorito non si è fermato un attimo per muoversi a passi lesti verso gli obiettivi elencati nel suo programma. San Giovanni è sicuramente il fulcro di molte progettualità, ma lo sguardo si allarga e spazia verso altri luoghi dove far insediare la comunità federiciana.

Rettore Lorito, cosa sta diventando il polo di San Giovanni a Teduccio?
«Un hub di contaminazione di saperi e attività di ricerca, che si stanno differenziando sempre più con iniziative eterogenee. Come sappiamo, tutto è iniziato nel 2016 con la Developer Academy insieme alla Apple e da lì sono diventate dieci, tutte su temi diversi, e continueremo ad attivarne altre. San Giovanni sta diventando un sistema di raccolta e sviluppo di temi che interagiscono tra loro, non solo dal punto di vista formativo ma anche aziendale, penso ai laboratori congiunti con grandi società che decidono di mettere radici qui nei nostri spazi, per accogliere i nostri ragazzi e dargli opportunità di crescita e opportunità di lavoro».

Come con il Tecno Hub creato con Unicredit?
«Esatto. Quello con Unicredit è solo un esempio dei tanti altri progetti realizzati con società che investono a Napoli attraverso la Federico II per offrire nuove possibilità di assunzione e lavoro ai nostri giovani. È come un seme, da cui poi nascono tante opportunità, come accelerare le iniziative di imprenditorialità giovanile e trovare connessioni con il tessuto economico locale, anche sviluppando congiuntamente nuove soluzioni e servizi innovativi a sostegno di startup e spinoff».

C'è poi l'attività formativa in Ingegneria ormai radicata.
«Abbiamo già laureato i primi studenti che si sono formati solo a San Giovanni, e da settembre accoglieremo un intero corso di Scienze Umane e Sociali. Abbiamo avuto, infatti, un forte incremento in Sociologia e molti di questi ragazzi provengono da Napoli Est o da cittadine più vicine al polo. Quindi una parte di questi studenti andranno lì, e dimezzeranno il tempo che avrebbero trascorso sui mezzi pubblici. L'edificio che li accoglierà è già pronto e sarà inaugurato presto e con esso ci apriamo del tutto al quartiere grazie a un'ingresso sul rione Villa. Entro l'anno avremo anche un altro plesso, questo dedicato alle interazioni con le aziende. Poi c'è da completare il Palazzo dell'Innovazione e infine il Mind Village, area adibita a foresteria e accoglienza per ricercatori da tutto il mondo che verranno a lavorare alla Federico II».

Esiste un «modello San Giovanni»?
«Certo ed è un modello vincente. Ho continue richieste di nuove Academy, attualmente almeno sette, ma anche di laboratori: realizzeremo un lab di robotica prettamente incentrato sui droni, e uno biomedico. San Giovanni sta crescendo rapidamente e la residenza per ricercatori era necessaria. Il modello è anche aver saputo creare integrazione con il territorio, i residenti ci vedono come una risorsa, e quando apriremo su Rione Villa ci sarà una svolta».

È un modello che userete anche a Scampia?


«Sono certo che a Scampia ci sarà la stessa rivoluzione avuta a San Giovanni. Il CdA pochi giorni fa ha dato il via libera al pre-accordo e ora attendiamo la firma del Comune di Napoli. Solo dopo potremmo avviare le gare per l'acquisto di arredi e suppellettili e il collaudo: spero che si riuscirà ad aprire alle attività formative già al primo semestre. Scampia fa parte di un progetto innovativo che abbiamo svolto con le tante associazioni territoriali, sarà un Polo della Sanità, non solo medico ma anche tecnologico. L'ambulatorio che creeremo sarà un patrimonio per i residenti, che potranno ricevere prestazioni su problematiche molto presenti come diabete e disturbi dell'alimentazione. Scampia è un progetto ambizioso con cui la Federico II conferma la sua attitudine a creare sinergie con il territorio. E continueremo su questa strada: abbiamo chiuso il bilancio con un aumento di quasi il 50%. Basi a cui aggiungere fondi Pnr, Next Generation, edilizia universitaria e tanti altri per realizzare l'Università del futuro».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino