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Semaforo verde ai medici di famiglia vaccinatori in città: oggi saranno consegnate le prime dosi di Moderna da conservare nei frigoriferi degli studi e da domani saranno immunizzati i primi pazienti fragili e ultra ottantenni non deambulanti raggiunti, rispettivamente, a domicilio ovvero invitati presso gli studi su appuntamento e in orari prestabiliti, a distanza di mezz’ora l’uno dall’altro.
Dopo l’accordo siglato in Regione il 9 marzo scorso, per il coinvolgimento della medicina generale nella campagna vaccinale anti Covid-19, il 17 marzo la Asl Napoli 1 ha ratificato l’intesa su scala aziendale definendo, in quella sede, le modalità organizzative e di partecipazione. Da quella data i camici bianchi appartenenti a 29 gruppi (Aft, Aggregazioni funzionali territoriali) formati ognuno di 20 o 30 medici organizzati in rete, sono stati chiamati uno a uno, dalla Asl, ad indicare le modalità di adesione. Tutte le aggregazioni hanno risposto alla chiamata ma su 565 dottori convenzionati attualmente attivi in città hanno risposto in 500 (88%). Di questi 168 (il 30 per cento), sono disponibili a vaccinare i pazienti a domicilio o presso il proprio studio, il secondo gruppo formato da 191 dottori, ha invece dato disponibilità a vaccinare ma solo presso le sedi che saranno individuate dalla Asl (non necessariamente dunque vaccineranno i propri assistititi).
Una terza compagine, infine, costituita da 173 camici bianchi (31 per cento) trasmetterà i dati clinici e le anagrafiche dei pazienti fragili sul portale regionale affinché la Asl possa chiamarli anche direttamente. In questo terzo gruppo 32 appartengono alle prime due categorie (pur non avendone l’obbligo trasmetteranno i dati dei pazienti da vaccinare attivando un doppio canale di vaccinazione). Gli altri 141 sono a tutti gli effetti medici “non vaccinatori” disposti unicamente a trasmettere i dati anagrafici.
C’è però un quarto gruppo di 65 medici che non hanno risposto. Tra questi ve ne sono tre o quattro neo pensionati ma gli altri dovranno giustificare i loro silenzi. La Asl ha infatti chiesto alla Regione la valutazione, da parte dell’ufficio che regola le convenzioni con i medici, per un’eventuale attivazione del collegio arbitrale e deferimento al consiglio di disciplina per violazione dell’accordo siglato all’unanimità dalle componenti sindacali.
«Solo da martedì scorso - avverte il direttore generale della Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva - abbiamo ricevuto dosi di Pfizer in quantità tali (19.000 a settimana) che ci permettono di dare un cambio di passo per le categorie over 80, fragili, disabili. Ora si che possiamo garantire migliaia di vaccinazioni al giorno e oltre 20 mila a settimana nonostante fossimo pronti da tempo. Le forniture sono sempre state molto ridotte e poi con lo scatto della seconda dose a 21 giorni praticamente le forniture sono state dedicate per la maggior parte a completare il ciclo vaccinale. Ora possiamo contare su circa 170 medici di famiglia vaccinatori - conclude il manager - che se anche ne facessero 10 al giorno ognuno aumenterebbero di 1.700 le dosi somministrate alle categorie fragili che subiscono disagi a raggiungere i punti vaccinali della città».
Ma proprio per queste categorie, chiamate anche ieri a vaccinarsi alla Mostra D’Oltremare dopo le prime migliaia di prenotazioni effettuate sul portale, si sono registrate lunghe code con gli addetti della protezione civile che a una certa ora sono andati via (alcuni chiamati anch’essi a vaccinarsi) e con le postazioni del servizio di accompagnamento rimaste sguarnite. Notevole il disagio patito da pazienti e familiari al seguito. Intanto ieri è slittato ancora a martedì il programmato incontro chiarificatore per dotare circa mille dottori di famiglia, a vario titolo disposti a trasmettere i dati dei pazienti estremamente vulnerabili in piattaforma ma ancora privi di credenziali. «Oggi la Asl ci consegnerà le dosi. Io e come me altri 167 colleghi le abbiamo chieste sin dall’inizio, anche prima dell’accordo. Credo nel ruolo professionale che ricopriamo e rivendico la preziosità delle prerogative dei medici di famiglia - avverte Pina Tommasielli che è anche componente dell’Unità di crisi - comincerò le somministrazioni allo studio sabato mattina con una prima seduta vaccinale chiamando i pazienti ogni mezz’ora. Sono tutti fragili e ultra ottantenni, mi aiuteranno un infermiere e un collaboratore di studio. Ieri abbiamo partecipato a un corso di formazione on line soprattutto per essere resi edotti sulle procedure di registrazione».
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Il Mattino