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Le ore di attesa e le file fuori i box vaccinali sembrano un ricordo lontanissimo ora che gli hub napoletani sono praticamente deserti. Nei centri vaccinali dell’ex Fagianeria nel Real Bosco di Capodimonte e della Mostra d’Oltremare, le equipe di medici e infermieri che ogni giorno sono pronti a somministrare nuove dosi, si ritrovano a fare i conti con sparuti gruppetti di candidati all’immunità. La battuta d’arresto di questa fase della campagna anti Covid dell’Asl napoletana sono le terze dosi. La fiala “booster” non raccoglie percentuali incoraggianti per nessuna delle platee a cui, fin’ora, è destinata.
I dati parlano chiaro sul flop della terza dose anti Covid a Napoli, ma c’è anche un altro aspetto che rende ancora più evidente l’insuccesso del richiamo vaccinale. Cominciamo dalle percentuali. Tra il personale sanitario, la somministrazione della dose “booster” ha superato a malapena il 50%, totalizzando 12.225 inoculazioni rispetto a una platea di 23.038 operatori maturi per la terza dose, quindi tutti con una finestra temporale di almeno 6 mesi trascorsi dalla seconda dose. In pratica, fino ad ora, i sanitari vaccinati sono esattamente il 53,06% rispetto alla platea che, in potenza, potrebbe ricevere la terza puntura. Anche il personale scolastico che rappresenta la seconda categoria professionale per cui è previsto l’obbligo del ciclo vaccinale primario, sta disertando il richiamo. Il mondo della scuola, a Napoli, è fermo al 21,76% con 414 terze vaccinazioni rispetto a un platea di 1.902 operatori scolastici “maturi” per la dose “booster”, ma c’è di più.
Per vaccinarsi contro il Covid, che si tratti della prima, della seconda o della terza dose, oramai non è più necessario registrarsi sulla piattaforma regionale e neanche attendere la convocazione dell’Asl Napoli 1 Centro. L’accesso alla campagna vaccinale, oggi, è estremamente semplificato. Oltre ai centri vaccinali ormai desolati, allestiti nell’ex Fagianeria del Bosco di Capodimonte e nella Mostra d’Oltremare, aperti dal lunedì alla domenica inclusa, ci sono i 10 distretti dell’Asl partenopea, operativi dal lunedì al venerdì e la possibilità di vaccinarsi nelle farmacie o presso il proprio medico di base. La “capillarità” dell’offerta vaccinale, fa apparire ancora più evidente la mancanza di volontà e partecipazione di chi rifiuta la terza dose che da molti non è ritenuta “necessaria”. Nel frattempo, la contromossa è «un piano straordinario di vaccinazione di massa da portare a termine entro il mese di novembre con l’obiettivo di somministrare circa 20mila dosi booster al personale scolastico e universitario», fa sapere l’Asl partenopea cominciando con le convocazioni tramite sms e l’indicazione di giornate, senza fasce orarie, per rendere meno impegnativa l’adesione (specificando che è volontaria).
«L’importanza della terza dose non può prescindere dai dati sui nuovi contagi», per Ciro Verdoliva, direttore dell’Asl partenopea che punta il dito sulla percentuale crescente dei vaccinati contagiati. «Ogni giorno, sul totale dei nuovi positivi, circa il 50% riguarda la platea vaccinata con la seconda dose e per il 90% di questi casi, risultano trascorsi 6 mesi dalla seconda puntura», chiarisce il manager che sottolinea l’importanza di conservare la copertura vaccinale, soprattutto per il personale sanitario che è esposto, più di altre categorie, al rischio di contagio. Intanto continua il pugno duro sui sanitari no vax.
«Oggi verranno sospesi altri 4 sanitari non vaccinati», aggiunge Verdoliva riferendosi a due infermieri, in forza all’Ospedale del Mare e al Loreto Mare, uno specialista ambulatoriale e un dirigente farmacista, tutti residenti fuori Napoli ma «verranno rimessi in servizio più di dieci dipendenti che si sono vaccinati con la prima dose».
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