Venerdì 23 febbraio arriva Silvio Berlusconi a Napoli. Il leader di Forza Italia sarà al teatro Augusteo, in piazzetta Duca D'Aosta, per un incontro pubblico...
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Serrano i ranghi i dirigenti locali di Fi consapevoli che la sfida da vincere negli uninominali è soprattutto con i grillini. In chiave “anti-casta”, almeno così viene letta, l’invettiva show di Vittorio Sgarbi ieri a Casalnuovo. «Contro Luigi Di Maio se vinco mi candido alla successione di Berlusconi, qui si gioca la madre di tutte le battaglie – ha annunciato in qualità di candidato nel collegio uninominale che comprende Pomigliano d’Arco -. Ho mandato a quel paese il sindaco di Acerra Raffaele Lettieri perché sono andato nella sede di Fratelli d’Italia e non c’era nessuno. Non c’erano bandiere di Forza Italia, Cesaro e Martusciello sono andati via prima che parlassi». Il critico d’arte ha poi annunciato la presenza nei prossimi giorni di Diego Armando Maradona alla mostra da lui curata «Museo della Follia».
I dirigenti azzurri stanno provando a compattare le forze, in cerca di consensi. Ieri sera, è stato questo il fine della cena di autofinanziamento svoltasi a Villa D’Angelo: mettere insieme tutti i candidati, ma aprendosi alla società civile da cui attingere per sfondare soprattutto tra i moderati che altrimenti non voterebbero o sarebbero orientati altrove. Professionisti, docenti universitari, imprenditori: non più la Forza Italia che fu ma quello che si riesce a convincere in tempi di anti-politica galoppante. A Casalnuovo il coordinatore provinciale e candidato a Napoli Nord Antonio Pentangelo ha infatti sottolineato che «noi abbiamo titolo per governare, lo abbiamo dimostrato. Se il Paese è così spaventato dall’essere pronto ad affidarsi ad uno sprovveduto, c’è qualcosa che non va. Noi candidiamo personalità competenti. Il centrosinistra è sempre potenziale concorrente ma il vero rischio è metterci nelle mani di improvvisati».
Sulla stessa scia l’appello di Mara Carfagna da Caserta. «L’Italia finora è stata in congresso permanente, è arrivato il momento di ristabilire la normalità: Un voto per il centrodestra è un voto per la governabilità ed è garanzia di stabilità. I nostri governi sono stati i più longevi della storia della Repubblica italiana. Il centrosinistra, invece, ha sempre scaricato sulla pelle del Paese le sue crisi e le sue contraddizioni: Letta è stato fatto fuori da Renzi, Renzi si è schiantato contro un referendum e Gentiloni dura solo perché è come uno yogurt, ha la scadenza. Non ci affidiamo a chi ha utilizzato il governo di questo Paese come un congresso permanente, noi siamo garanzia di concretezza e responsabilità».
Nel merito del programma è sceso invece Paolo Russo: «Berlusconi è l’ultimo presidente del consiglio ad aver aumentato le pensioni minime portandole ad un milione di lire. Oggi ha promesso che le pensioni arriveranno a mille euro dimostrando la sensibilità di chi capisce i bisogni delle persone. Il suo è un impegno che inciderà per l’80 per cento al Sud e che di certo aiuterà i cittadini più deboli. È questa la modernità di un leader che mostra di essere sempre vicino a chi è più indietro riuscendo ad intercettarne le difficoltà quotidiane».
Sul territorio, si sta spendendo in un grande lavorìo di ricucitura nel Sannio l’europarlamentare Fulvio Martusciello: ieri è stato ad Airola dove «sono state riassorbite le polemiche e abbiamo rimesso tutti insieme», ha detto riaccogliendo Vittorio Fucci già assessore Regionale al Commercio in quota Udeur. Nelle singole province, Caserta e Benevento in primis, si giocano partite considerate fondamentali e per nulla scontate. Ogni singolo voto può risultare determinante lì dove le sfide sono porta a porta, elettore per elettore. Contro chi? Contro il Movimento Cinquestelle ovviamente, non c’è bisogno di ricordarlo, magari chiedendo a chi è di sinistra di optare per il voto utile. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino