Venti cittadini stipati in poco più di 50 metri quadrati e un opificio che non aveva il registro per lo scarico dei rifiuti e viene multato per 5000 euro. I carabinieri di...
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L'OPIFICIO
L'intervento dei carabinieri, poi, ha riguardato anche un opificio, alla periferia della cittadina del comprensorio nolano: sono molte, infatti, le sartorie gestite da bengalesi. Dentro vi lavorano in prevalenza operai stranieri, spesso sottoposti anche a turni massacranti, in cambio di paghe basse. In questo caso, la maxi-multa da 5000 euro è arrivata perché il titolare della fabbrichetta non è stato in grado di esibire i registri per lo smaltimento dei rifiuti. Le aziende del tessile, infatti, producono immondizia catalogata come speciale: scarti della lavorazione e pezzi di stoffa che, per essere smaltita, necessita di un procedimento particolare e spesso costoso. Bisogna affidarsi a ditte specializzate ma, per evitare di spendere, gli imprenditori consegnano i loro rifiuti a chi provvede a sversarli abusivamente nelle campagne. Altre volte sono gli stessi imprenditori o loro operai a lasciare il tutto per strada, muovendosi nottetempo per non essere visti.
I BUSTONI
I pezzi di stoffa sono racchiusi in enormi bustoni neri e vengono abbandonati solitamente molto lontano dal centro abitato. Una pratica che ha finito col deturpare l'ambiente ma, soprattutto, danneggiarlo: capita spesso, infatti, che ai bustoni poi venga dato fuoco e che il rogo inquini l'atmosfera. Per questo motivo le forze dell'ordine intensificano i controlli nella parte riguardante i registri ed i formulari dello smaltimento dei rifiuti. La tracciabilità del rifiuto, infatti, dovrebbe consentire di far capire quanto scarto è stato prodotto e quindi quanto ne debba essere smaltito nel rispetto delle regole. Pur essendo in possesso di una regolare partita Iva e dei permessi per l'attività, il titolare ha scontato la mancanza del registro dello smaltimento.
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Il Mattino