Violenza in famiglia a Napoli: «Botte, insulti e minacce: ho denunciato il mio ex marito chirurgo»

Violenza in famiglia a Napoli: «Botte, insulti e minacce: ho denunciato il mio ex marito chirurgo»
«Muori uccisa! Mi hai rotto il c... o, z... a!». Quelle minacce accompagnate da insulti la fanno ancora rabbrividire e nelle sue orecchie quelle parole risuonano come...

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«Muori uccisa! Mi hai rotto il c... o, z... a!». Quelle minacce accompagnate da insulti la fanno ancora rabbrividire e nelle sue orecchie quelle parole risuonano come un martello, ancora oggi che sono passati due anni. Ma nonostante tutto B. C., 50 anni, teme ancora per la sua incolumità. «Oggi che il mio ex marito (è in corso una causa di separazione, ndr) è stato rinviato a giudizio, potrà sembrare strano ma ho paura per me e per la sua nuova compagna. Dopo l'ennesimo femminicidio che si è consumato a Bologna, ho rivissuto il mio stesso incubo. Ecco perché voglio denunciare e invitare le altre vittime di uomini violenti a uscire dal silenzio». Una storia allucinante quella di B., giornalista e conduttrice di origini torinesi, che ha trascorso tre anni di inferno con un chirurgo napoletano, arrivato a minacciarla con un coltello. Una storia che, a pochi mesi dall'inizio del processo che si celebrerà al Tribunale di Nola, la donna - assistita dai legali Lucia Apuzzo del foro di Nocera Inferiore e Pietro Madonìa del foro di Roma - ha deciso di raccontare in esclusiva a Il Mattino. 

La prima udienza del processo per maltrattamenti contro familiari (secondo l'articolo 572 del codice penale) si terrà il prossimo 30 gennaio. Come si è arrivati a questo? Quando sono iniziate le violenze?
«La mia è una storia molto triste e complessa. Già la prima moglie di mio marito aveva riportato serie conseguenze fisiche in seguito alle percosse subite da lui, le aveva spaccato il viso. Ma quando l'ho conosciuto non credevo fosse così, la sua vera indole si è rivelata dopo il matrimonio».

Si spieghi meglio.
«Lo conobbi nel 2016 a Roma in un programma televisivo al quale partecipammo entrambi, io giornalista, lui affermato medico. Mi colpì per le sue premure, i suoi modi gentili, uomo bello e affascinante anche se non più giovanissimo. Per circa due anni si comportò benissimo, facemmo progetti per una vita futura insieme e mi portò all'altare. Ero felicissima, fino a quando le prime nubi si abbatterono su di me».

Cosa accadde?
«Un'anziana del posto dove andammo a vivere in provincia di Napoli mi avvicinò mostrandomi la foto di una donna col volto tumefatto e mi mise in guardia, dicendo di stare attenta a mio marito».

Lei come reagì?
«Pensai fossero semplici maligni. Successivamente anche altre persone mi dissero di non fidarmi e dicendomi che ero in pericolo. Non volli credere loro. Invece...».

Invece?
«Il giorno dopo il matrimonio tutto cambiò. Già durante il viaggio di nozze mi sferrò un pugno in faccia senza motivo. Come se fosse infastidito dalla mia presenza, trovava ogni pretesto per minacciarmi. Episodi che a poco a poco divennero un crescendo. Arrivava addirittura a strapparmi i vestiti di dosso dicendo fai schifo. In alcune occasioni ho avuto paura di morire».

Quali?
«Una volta eravamo in auto e accelerando minacciò di buttarmi da un viadotto insieme a lui, pur di togliermi di mezzo».

Poi cosa è accaduto?
«Siamo arrivati a marzo 2021, quando dopo l'ennesimo litigio, a cui sono seguite percosse ho capito di dover scappare perché era pericoloso».

Come si è sentita quando ha denunciato?
«Dopo aver prodotto prove e testimoni, ho dovuto registrare i nostri litigi per essere creduta. In una registrazione, che è agli atti, si sente chiaramente la sua voce e le mie lacrime, mentre dico che non voglio morire uccisa, come lui urlava. L'ho registrato mentre eravamo in cucina e lui brandiva un coltello».

Quali conseguenze ha avuto questo legame su di lei?
«Mi sono ammalata di tumore, ho perso più di 6 chili e sono dovuta ricorrere alle cure di specialisti».

A gennaio inizierà il processo. Qual è il suo stato d'animo?


«Ho paura, è una mente gravemente malata. Dopo la notizia del femminicidio di Bologna (quello in cui ha perso la vita Alessandra Matteuzzi, 56enne ammazzata dal suo ex di 26 anni, ndr) ho rivisto le stesse scene che ho vissuto io con il mio ex marito. Ma ho paura anche per chi ora è accanto a lui. Se è successo alla prima moglie, poi a me, credo sia in pericolo anche l'attuale compagna. Ecco perché invito tutte le donne che subiscono violenze e maltrattamenti quotidiani ad uscire dall'ombra e a denunciare. Ci sono uomini che odiano e disprezzano le donne e spesso scelgono di averle accanto solo per nascondere le loro debolezze».  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino