Ha confermato le accuse e lo ha fatto con tutta la forza che aveva dentro. Visibilmente provata, affaticata dallo stress di questi giorni ma decisa ad andare fino in fondo in...
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Violenza di gruppo contro una giovane donna incapace di opporsi, secondo le indagini condotte dal pm Cristina Curatoli, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Raffaello Falcone. Indagine che tiene in cella i giovanissimi Raffaele Borrelli, Antonio Cozzolino, Alessandro Sbrescia, che invece hanno negato la storia dello stupro, provando a sostenere il carattere consenziente del rapporto. Difesi dai penalisti Eduardo Izzo, Antonio De Santis e Massimo Natale, i tre indagati restano in cella, come ha disposto il gip Valeria Montesarchio, che ha invece confermato la coerenza delle indagini proprio sul punto chiave. Ed è sempre il gip a ricordare l'importanza della testimonianza della persone che hanno soccorso la ragazza, «notandola visibilmente prostrata e in lacrime», oltre a rimarcare la «bestiale violenza» dei componenti del gruppo che, dopo «il gravissimo e animalesco gesto compiuto si sono repentinamente allontanati sbarazzandosi anche delle tracce dello stupro, lasciando la povera giovane vittima in preda alla disperazione».
Una inchiesta che ora segue tappe obbligate. Agli atti ci sono anche le versioni di due amici, una ragazza e un ragazzo, che hanno assistito al primo approccio consumato dal branco. Due testimonianze che riconducono a una ventina di giorni fa, quando uno dei tre elementi finiti sotto inchiesta si sarebbe denudato provando a molestare la 24enne. Stando a quanto emerso finora, in quell'occasione un paio di componenti del branco provarono addirittura a seguire la 24enne fino al pianerottolo di casa, per poi retrocedere di fronte all'intervento di una familiare. Ma non è tutto. In queste ore, la Procura potrebbe delegare alla polizia anche l'acquisizione di altre immagini in altre stazioni. C'è il sospetto che il branco della Circum sia composto da almeno sei o sette individui e che abbia già molestato altre ragazze. Quanto basta ad acquisire informazioni, immagini ed eventuali denunce, nel tentativo di chiudere il cerchio attorno al quel branco che ciondolava - senza un apparente motivo valido - per ore all'interno della stazione di San Giorgio a Cremano. Sette giorni dopo, grazie al coraggio della 24enne, l'inchiesta potrebbe coinvolgere altri elementi finora rimasti nell'ombra. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino