Violenza sulle donne, a Napoli e provincia un arresto al giorno

Violenza sulle donne, a Napoli e provincia un arresto al giorno
Abusi, violenze, minacce, stalking, atti persecutori. I casi si moltiplicano. E tra Napoli e provincia, negli ultimi sei mesi, si sono registrati quasi un arresto al giorno e...

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Abusi, violenze, minacce, stalking, atti persecutori. I casi si moltiplicano. E tra Napoli e provincia, negli ultimi sei mesi, si sono registrati quasi un arresto al giorno e oltre un centinaio di provvedimenti per mettere in sicurezza le vittime. I dati dell'ultimo semestre descrivono chiaramente le proporzioni del fenomeno, il peso delle azioni di contrasto e quei vuoti che purtroppo non si riescono a colmare.

 
Si sono contate negli ultimi sei mesi 132 misure di custodia cautelare in carcere. Vuol dire, a conti fatti, che si è registrato quasi un arresto al giorno. Significa che i casi di aggressioni e violenze che hanno avuto come vittime donne, tra Napoli e provincia, sono stati di una gravità tale da richiedere l'adozione di una misura restrittiva, nei confronti dell'aggressore, il più severa possibile: la reclusione in carcere. In genere si tratta di casi dove le violenze sono state reiterate, dove le vittime hanno sopportato e subito prima di arrivare a denunciare o comunque di casi in cui l'aggressione e la violenza patita dalla donna è stata ritenuta allarmante al punto da dover privare della libertà l'autore dei fatti per evitare che vi fossero epiloghi ben più tragici. Insomma, vuol dire che in carcere ogni giorno ci finisce un marito, un fidanzato, un amante o un ex violento, incapace di accettare la fine di una relazione oppure incapace di vivere una storia di coppia senza soprusi, senza botte, senza offese, senza minacce. Incapace convivere con la propria compagna in maniera civile e serena, e spesso indifferente ai traumi provocati anche a quei figli che si ritrovano ad assistere alle botte e alle violenze ripetute all'interno di casa.
Centotrentadue arresti sono quindi altrettanti casi di violenze e sofferenza. E a questi si devono aggiungere quei casi giudiziari che sono al vaglio degli inquirenti (Procura e forze dell'ordine) e che intanto hanno portato a misure cautelari che sebbene diverse dal carcere sono comunque indicative della gravità e della portata delle storie che rappresentano. Anche in questo caso, facendo riferimento all'ultimo semestre, i numeri sono significativi: 37 misure cautelari agli arresti domiciliari, 58 divieti di avvicinamento alla parte offesa notificati tra Napoli e la provincia, 4 divieti di dimora e 4 obblighi di dimora.
Sono numeri che raccontano non soltanto casi giudiziari, non solo inchieste coordinate dai magistrati della sezione della Procura di Giovanni Melillo specializzata in reati contro le fasce deboli e coordinata dal procuratore aggiunto Raffaello Falcone, ma anche vite che cambiano, soprattutto quelle delle vittime.
NEL MIRINO
Negli ultimi sei mesi sono stati eseguiti 33 allontanamenti in case famiglia. E così nella statistica dei provvedimenti che vanno sotto la voce «Codice rosso» ci sono anche loro, le donne, le vittime delle violenze e degli abusi, delle minacce e delle telefonate a tutte le ore. Per mettersi in sicurezza sono spesso costrette a lasciare la propria casa, a separarsi da familiari e amici, a volte anche dai propri figli, e a cambiare abitudini e ritmi di vita per adeguarsi alla convivenza con altre donne, fragili e provate anche loro perché anche loro vittime di violenze, e vivere in una stanza in una casa famiglia, in una città diversa dalla propria, sotto protezione sì ma a costo di tante rinunce e col peso di dover superare e curare i traumi e le ferite del corpo e dell'anima. È di ieri la notizia della misura cautelare in carcere rinnovata anche dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, subentrato per questioni di competenza territoriale a quello di Napoli, nei confronti di un 27enne di San Pietro a Patierno accusato di atti persecutori e lesioni aggravate. L'uomo è in carcere dal 22 agosto, quando fu arrestato dalla polizia di Secondigliano nell'ambito delle indagini sulla aggressione subita dalla sua ex fidanzata l'11 agosto precedente. Lei era al mare, in una spiaggia del litorale domitio. Lui la raggiunse e l'aggredì, colpendola al volto con una violenza tale da romperle l'orbita oculare, fratturarle gli zigomi e deformarle il viso. Non si sa ancora come e se i segni di quell'aggressione potranno attenuarsi sul viso della ragazza.

C'è il serio rischio che il volto della donna resti sfregiato in maniera probabilmente permanente. Casi come questo sono stati previsti nella nuova legge, quella «Codice rosso» entrata in vigore l'8 agosto scorso, e si è stabilito che vangano puniti con condanne più severe che in passato, condanne che possono oscillare tra otto a quattordici anni di carcere. Il 27enne di San Pietro a Patierno, in attesa che l'inchiesta faccia il suo corso, resta dunque in carcere a Poggioreale.
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Il Mattino