È tempo di musica classica al Teatro Bellini. «Come acqua fresca e trasparente» è la proposta di Corallium Orchestra composta da Giuseppe Nova, flauto, e...
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La datazione di questo breve Andante in Do Maggiore K315 per flauto e orchestra è probabilmente del 1788. Composto da Mozart durante un soggiorno a Mannheim, si tratta quasi sicuramente di un Andante concepito per uno dei concerti per flauto, lasciato alla fine come composizione a sé. L'atmosfera appare distesa, dolce e intima, il canto del solista si leva teneramente su un accompagnamento orchestrale senza asperità né dissonanze particolari, fino ad un commiato pacato e gradevole.
Di stampo mozartiano è anche il concerto n.7 per flauto e orchestra di Francois Devienne, compositore, flautista, fagottista e insegnante di flauto al Conservatorio di Parigi all'epoca di Mozart. Oltre che grande didatta, fu compositore creativo, elegante e raffinato (tale da essere ribattezzato "il Mozart francese"): dei suoi 12 concerti, proponiamo il n.7, forse il più riuscito, nel quale si fondono con particolare compiutezza sapienza compositiva e genio inventivo: uno specchio dei toni eleganti e manieristici della Parigi dell'epoca.
Qualche anno più tardi, nel 1816, il diciottenne Franz Schubert dà alla luce la Sinfonia n.5, con la quale si affranca definitivamente dalla propria fase compositiva "adolescenziale". Rinuncia volontariamente al modello del grande sinfonismo romantico (che aveva ad esempio contraddistinto la Quarta Sinfonia di stampo beethoveniano) e si proietta in un mondo di freschezza, felice equilibrio e garbo, certamente di matrice mozartiana e haydniana.
Schubert infatti rinuncia a tamburi, trombe e clarinetti, elementi quindi eroici e militari, componendo un gioiello perfetto dove si sposano affettuosa dolcezza delle melodie e atmosfera di gentile intimità. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino