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Di tendenza anche nello stile, in direzione ostinata e contraria: Frida Kahlo è l'icona scelta dal Museo della moda per lanciare il programma di iniziative primavera-estate. Con il suo dresscode tutto colore e passione, libertà e pensiero dal tratto inconfondibile. Come nei dipinti.
In esposizione dal 3 marzo, i suoi vestiti originali (una camicia bianca, una gonna nera e un cerchietto floreale), assieme ad altri coevi, sempre sudamericani, sono abbinati all'iniziativa «Frid-Angela». Ovvero Leo Matiz, storico fotografo e tra i tanti innamorati dell'artista messicana, ritrae la pittrice siciliana Angela Carrubba Pintaldi nella casa di Frida e con i suoi abiti. «Quaranta immagini, specchio di due donne che tanto si somigliano», dice la curatrice Donatella Dentice di Accadia. Al suo fianco Maria D'Elia, che ha messo in ordine i conti della fondazione fino a qualche anno fa schiacciata da due milioni di debiti. E ora l'avvocato punta in alto: vuole rendere piazzetta Mondragone, ai Quartieri Spagnoli, luogo frequentato innanzitutto dai giovani che si avvicinano alla sartoria. «Laboratorio di creatività, rigenerazione e idee», come fu in passato. Nel prossimo futuro, dandogli «una dimensione internazionale, attraverso relazioni e scambi con i più prestigiosi musei europei», spiega. Ma sono tante le possibilità, e le curiosità, che restano da scoprire persino per gli abitanti della zona e della città. Difatti, i visitatori (in maggioranza, i ragazzi in gita con la scuola) restano meno di 2500 all'anno e gli ingressi nel fine settimana ammessi solo su prenotazione.
Le collezioni permanenti sono senza dubbio interessanti.
Un altro capo di abbigliamento, portato da Mina e firmato sempre da Sarli, al momento è nei depositi. Però si vede un abito da sposa di pregio come quello della cantante lirica Melina Pignatelli della Leonessa e si respira l'aria della Belle époque, ammirando i costumi di Anna Fougez, sciantosa del Salone Margherita. Sembra un'installazione, invece, la «stanza dei bottoni»: donazione di un'altra donna volitiva, Amalia Sicca, detta Pupa, che li acquistò un po' alla volta in un negozio a Chiaia, e poi tutti i restanti, quando chiuse la merceria, per non disperdere un patrimonio affettivo. Insomma, le iniziative di primavera-estate divengono un modo accattivante per far conoscere innanzitutto il museo, e coinvolgere cittadini, imprenditori, associazioni.
«Ci sono tante idee, ma pochi fondi», sintetizza Santa di Salvo, nel cdi sostenuto dalla Regione (che versa 300.000 euro all'anno), meno dal Comune («Zero i finanziamenti, per ora», chiarisce D'Elia). Il museo partenopeo della moda è l'unico pubblico in Italia. E si capisce perché. «Qui è più difficile trovare sponsor», ma non demorde l'avvocato.
Nell'attesa di una svolta, dopo l'omaggio a Frida Kahlo, il programma prevede la presentazione di «Viviana», libro del giurista Alfredo Guarino (31 marzo); una sfilata di ecodesigner (14 aprile); il concerto dei Virtuosi di Sansevero (20 aprile). Una serata sul «bel vestire» con protagonista Luca Rubinacci (18 maggio). E la «Carmen» itinerante di Bizet, (5 giugno), e un gran ballo nel giardino storico del complesso che comprende la chiesa di Santa Maria delle Grazie (15 giugno). Ed è in allestimento il museo del sacro.
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