Museo della moda, Frida Kahlo è l'icona scelta dal programma di iniziative primavera-estate

Ecco il programma di iniziative primavera-estate

Museo della moda, Frida Kahlo è l'icona scelta dal programma di iniziative primavera-estate
Museo della moda, Frida Kahlo è l'icona scelta dal programma di iniziative primavera-estate
di Maria Pirro
Venerdì 24 Febbraio 2023, 12:00
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Di tendenza anche nello stile, in direzione ostinata e contraria: Frida Kahlo è l'icona scelta dal Museo della moda per lanciare il programma di iniziative primavera-estate. Con il suo dresscode tutto colore e passione, libertà e pensiero dal tratto inconfondibile. Come nei dipinti.

In esposizione dal 3 marzo, i suoi vestiti originali (una camicia bianca, una gonna nera e un cerchietto floreale), assieme ad altri coevi, sempre sudamericani, sono abbinati all'iniziativa «Frid-Angela». Ovvero Leo Matiz, storico fotografo e tra i tanti innamorati dell'artista messicana, ritrae la pittrice siciliana Angela Carrubba Pintaldi nella casa di Frida e con i suoi abiti. «Quaranta immagini, specchio di due donne che tanto si somigliano», dice la curatrice Donatella Dentice di Accadia. Al suo fianco Maria D'Elia, che ha messo in ordine i conti della fondazione fino a qualche anno fa schiacciata da due milioni di debiti. E ora l'avvocato punta in alto: vuole rendere piazzetta Mondragone, ai Quartieri Spagnoli, luogo frequentato innanzitutto dai giovani che si avvicinano alla sartoria. «Laboratorio di creatività, rigenerazione e idee», come fu in passato. Nel prossimo futuro, dandogli «una dimensione internazionale, attraverso relazioni e scambi con i più prestigiosi musei europei», spiega. Ma sono tante le possibilità, e le curiosità, che restano da scoprire persino per gli abitanti della zona e della città. Difatti, i visitatori (in maggioranza, i ragazzi in gita con la scuola) restano meno di 2500 all'anno e gli ingressi nel fine settimana ammessi solo su prenotazione. 

 

Le collezioni permanenti sono senza dubbio interessanti.

Firmate da Nino Lettieri, Roberto Capucci, Livio de Simone, Alessio Visone. E da Fausto Sarli (diciassette modelli su cinquantadue esposti). «Il suo gilet con le perline fu indossato da Liz Taylor», sospira Roberta Sferra, guida d'eccezione tra le sale luminose, merletti di aristocratiche famiglie napoletane, vetrine con tessuti di arredamento della manifattura di San Leucio.

Un altro capo di abbigliamento, portato da Mina e firmato sempre da Sarli, al momento è nei depositi. Però si vede un abito da sposa di pregio come quello della cantante lirica Melina Pignatelli della Leonessa e si respira l'aria della Belle époque, ammirando i costumi di Anna Fougez, sciantosa del Salone Margherita. Sembra un'installazione, invece, la «stanza dei bottoni»: donazione di un'altra donna volitiva, Amalia Sicca, detta Pupa, che li acquistò un po' alla volta in un negozio a Chiaia, e poi tutti i restanti, quando chiuse la merceria, per non disperdere un patrimonio affettivo. Insomma, le iniziative di primavera-estate divengono un modo accattivante per far conoscere innanzitutto il museo, e coinvolgere cittadini, imprenditori, associazioni. 

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«Ci sono tante idee, ma pochi fondi», sintetizza Santa di Salvo, nel cdi sostenuto dalla Regione (che versa 300.000 euro all'anno), meno dal Comune («Zero i finanziamenti, per ora», chiarisce D'Elia). Il museo partenopeo della moda è l'unico pubblico in Italia. E si capisce perché. «Qui è più difficile trovare sponsor», ma non demorde l'avvocato.

Nell'attesa di una svolta, dopo l'omaggio a Frida Kahlo, il programma prevede la presentazione di «Viviana», libro del giurista Alfredo Guarino (31 marzo); una sfilata di ecodesigner (14 aprile); il concerto dei Virtuosi di Sansevero (20 aprile). Una serata sul «bel vestire» con protagonista Luca Rubinacci (18 maggio). E la «Carmen» itinerante di Bizet, (5 giugno), e un gran ballo nel giardino storico del complesso che comprende la chiesa di Santa Maria delle Grazie (15 giugno). Ed è in allestimento il museo del sacro. 

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