Il repertorio classico napoletano dal 600 e fino alla fine del 900: da Michellemmà a o’ Sarracino passando per O’ Sole mio. Un’ora di canzone...
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Prima del coro si sono esibiti alcuni detenuti, uno in particolare che ha cantato l’Ave Maria nella versione di Mario Merola. Nella chiesa dell’istituto penitenziario, dove si è tenuto lo spettacolo, con il presidente Carmine uccello, c’erano anche l’avvocato Patrizia Sannino e il responsabile dell’area pedagogica del carcere Ercole Formisano, oltre alla direttrice Maria Luisa Palma. “E’ stata un’ora di totale generosità – ha detto la direttrice di Poggioreale Maria Luisa Palma – generosi voi dell’associazione e generosi noi con questa voglia di accoglienza che abbiamo. Apriamo volentieri le porte a quanti vogliono aiutarci”. Nella chiesa anche un particolare gruppo di agenti specializzati in questi tipi di sorveglianza.
“A noi spiace quando si parla di inferno Poggioreale – ha detto ancora la direttrice Palma – qui invece si lavora, si fa attività. Facciamo in modo che la pena non sia solo dolore, tante attività che coinvolgono anche gli agenti che servono anche a stemperare le tensioni”. L’organico in servizio a Poggioreale conta oggi 730 agenti a fronte di un organico che ne prevede 911 per 2400 detenuti. “Spesso – ha detto infine il comandante della Penitenziaria – questi agenti si trattengono anche al di fuori dell’orario di servizio senza percepire straordinario. E anche questa è solidarietà e generosità”. L’associazione Carcere Vi.Vo si occupa del sostegno ai detenuti, e alle famiglie, degli istituti di Poggioreale, Secondigliano e Pozzuoli, con colloqui, incontri e progetti anche al di fuori delle mura del carcere.
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Il Mattino