I cani mettono il buonumore anche ai pazienti in dialisi. E’ grazie a questo progetto, voluto dal dipartimento di veterinaria a cura della professoressa Francesca Menna...
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“I pazienti rispondono bene alla presenza dei cani e hanno un miglioramento nella relazione tra di loro e nel piacere. Migliora anche la capacità di resistenza agli stimoli stressanti”, ha spiegato la professoressa Menna che è anche referente e delegata Crui al Ministero (Conferenza dei Rettori e delle Università Italiane) per gli interventi assistiti dagli animali (IAA).
Questo rivoluzionario progetto legato alla Pet-terapy si è sviluppato in collaborazione con il centro dialisi Kidney del dottor Gianni Capuano: “Con la presenza dei cani in sala facciamo un altro passo avanti. È bello che ci sia una cooperazione pubblico-privato: Dipartimento di veterinaria, centro Kidney e tanti altri, tutti insieme per un servizio di attività mediate dagli animali che a Napoli è sempre più competitivo anche a livello internazionale”. Un pull di esperti tra cui lo psicologo Giuseppe Ceparano, il direttore del Criuv Enzo Caputo, il professore Pietro Formisano per il Policlinico Scuola di Medicina dell’Ateneo Federico II e il professore Mario Sansone di bioingegneria dello stesso Ateneo, ha lavorato al progetto attraverso una ricerca universitaria per misurare ormoni come ossitocina (parte relazionale), seratonina (piacere), cortisolo (reazione allo stress) dei pazienti sottoposti alle attività con il cane.
Per questo progetto è stato, inoltre, commissionato alla Federico II un finanziamento per l’assunzione di 4 veterinari venuti fuori dal master universitario in “Zooantropologia sanitaria per gli interventi assistiti dagli animali”. La nostra missione – continua la Menna – è arrivare ad un processo di umanizzazione della medicina in maniera capillare che coinvolga il pubblico e il privato. Puntiamo alla nascita di protocolli sanitari ad hoc per creare per la prima volta un decalogo sul processo di Pet- terapy e far diventare questo Dipartimento e il nostro Ateneo un riferimento nazionale per il settore di zooantropologia sanitaria”.
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Il Mattino