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Da nove mesi il Napoli non perdeva due partite di fila (Granada in Europa League e Atalanta in campionato). Dopo la sconfitta con l’Inter, quella a Mosca contro lo Spartak, che ha sottratto agli azzurri sei punti in questo mini torneo e li ha agganciati al primo posto. Spalletti non è riuscito a superare l’emergenza infortuni e adesso si complica il discorso qualificazione diretta, perché stasera il Leicester - atteso al Maradona il 9 dicembre - potrebbe balzare al primo posto battendo il Legia Varsavia.
La forzata contemporanea rinuncia a Osimhnen, Anguissa e Insigne, Demme e Politano ha inciso su formazione e impostazione della partita: era prevedibile. Ma il Napoli ha commesso errori macroscopici, pagati con la doppietta di Sobolev, e quando è arrivato al tiro ha trovato sulla propria strada lo straordinario portiere Selikhov. Meglio nella ripresa, quando Spalletti ha cambiato l’assetto tattico e ha utilizzato Rui da playmaker, con buoni risultati. Il più efficace là davanti è stato Elmas, autore del gol che ha rimesso il Napoli in partita.
Le cifre della partita non bocciano il Napoli, sia chiaro: 8 tiri nello specchio della porta (contro i 3 dello Spartak) e 66 per cento di possesso palla. Ma i 5 gol subiti negli ultimi 180’ da avversari di livello differente fanno riflettere perché finora la difesa azzurra raramente aveva commesso errori e si era fatta apprezzare per la sua solidità. Invece, dopo 48 secondi Lobotka ha commesso un fallo da rigore, segnato da Sobolev, che ha poi potuto raddoppiare sfruttando una sbandata generale del reparto, con Rui che non ha contrastato, Koulibaly che è saltato a vuoto e Meret che non è stato in grado di respingere il pallone sul proprio palo. Per superare questa fase di emergenza causata dalle indisponibilità di alcuni titolari serve la massima concentrazione fin dalle prime battute e invece allo Spartak è stato concesso molto.
Per Koulibaly, capitano in assenza di Insigne e tra i riconosciuti leader dello spogliatoio, vi è stato a Milano e a Mosca un approccio sbagliato. Lui, come il tecnico, non ha invocato l’alibi delle assenze e questo dovrà essere dimostrato sul campo nelle prossime partite di campionato aspettando il confronto con il Leicester decisivo per il primo posto nel girone che consente di accedere direttamente agli ottavi di finale.
Vi sono stati rilevanti colpi di sfortuna in questi giorni per il Napoli, ma ha ragione Koulibaly quando sottolinea che la squadra è un gruppo e non un insieme di individualità. E questo concetto deve essere uno stimolo per chi giocherà, come Mertens e Petagna. A cominciare dalla partita contro la Lazio al Maradona domenica sera, quando vi sarà la presentazione della statua dedicata a Diego dal suo assistente Stefano Ceci. È l’occasione per conquistare la prima vittoria nel mese di novembre e difendere il primato in classifica, dato che domenica il Milan potrebbe avere un turno più agevole contro il Sassuolo al Meazza. È atteso il rientro di Insigne, che ha saltato la seconda trasferta europea consecutiva per un problema fisico: si deve gestire il dolore al ginocchio destro del capitano in questa fase complessa.
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