Francia, lo sguardo al Sud: «Qui grandi possibilità»

Francia, lo sguardo al Sud: «Qui grandi possibilità»
Ottanta miliardi (e passa) di fondi del Recovery fund & co. in arrivo prossimo venturo nel Mezzogiorno riaprono strade finora precluse e rapporti che avevano galleggiato...

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Ottanta miliardi (e passa) di fondi del Recovery fund & co. in arrivo prossimo venturo nel Mezzogiorno riaprono strade finora precluse e rapporti che avevano galleggiato trovando qualche guizzo qua e là per merito di qualche imprenditore visionario tanto che delle duemila imprese italiane con attività in Francia solo 50 sono meridionali.

Eppure il Mezzogiorno ha una liason storica speciale con la Francia, ma tutto finora non si era materializzato in rapporti più strutturati. È dunque un passo avanti molto importante quello fatto ieri sera a Napoli con l’inagurazione del primo Forum economico Francia-Regioni del Mezzogiorno alla presenza Franck Riester, ministro per il commercio estero.

I francesi ora sembrano guardare con occhi diversi al Mezzogiorno: «Vediamo opportunità reciproche. Possiamo andare molto oltre» perché «ci sono ancora molte prospettive di crescita in questa relazione economica, che dobbiamo sfruttare per raccogliere tutti gli effetti positivi del rilancio delle nostre economie», ha detto il ministro.

L’offerta francese è quella di creare un luogo, il forum, dove si incontreranno le imprese francesi e quelle meridionali: gli appuntamenti sono già cinque e si comincia a gennaio per creare un percorso comune per cogliere le opportunità del Pnrr. Ma anche di aprire il paese d’Oltralpe agli investimenti italiani.

Il nuovo forum prevedrà un incontro economico regionale annuale e una declinazione in circoli locali per incontri regolari in diverse città del Mezzogiorno. Questi incontri permetteranno una più stretta collaborazione tra imprese francesi e le loro filiali attive nel Sud Italia e le imprese italiane meridionali che hanno investito in Francia o che sono interessate a farlo perché la Francia vuole intensificare la sua presenza nel Mezzogiorno ma «si offre» anche agli investimenti degli imprenditori del Sud partendo dalla testimonianza di chi già c’è (come l’Adler di Paolo Scudieri).

«L’investimento incrociato contribuisce - ha ricordato il ministro francese - alla creazione di campioni industriali europei e mondiali e rafforza la sovranità economica europea di cui sia la Francia che l’Italia hanno bisogno nella ripresa».

La Francia si muove come al solito come sistema-paese: con il ministro, l’ambasciatore in Italia, Christian Masset, e il console a Napoli, Laurent Burin des Roziers, c’era Denis Delespaul, Presidente della Camera di commercio e d’industria Francia-Italia e le due agenzie francesi che si occupano di attrattività e investimenti per le imprese (Business France e Atout France).

Ciò che interessa ai francesi è, non solo la prospettiva economica positiva del Mezzogiorno di per se già trainante (“il Sud nei prossimi cinque anni crescerà del 24 per cento” ha detto il ministro), ma soprattuttgo il rapporto con i centri di ricerca e di eccellenza e i giovani formati e la possibilità di creare un ecosistema su idrogeno, cloud, aerospazio.

Ambiti che interessano al nuovo sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi (ieri alla sua prima uscita pubblica dopo l’elezione). «Siamo la città e l’area metropolitana della scienza e della ricerca con i giovani molto formati- ha detto - Dobbiamo rimuovere gli ostacoli agli investimenti cominciando a aumentare l’efficienza amministrativa».

«È un momento storico - ha incalzato il governatore De Luca - perché un rapporto più stretto tra Italia e Francia è indispensabile per affrontare la durissima competizione internazionale con Usa e Cina e perché solo insieme si possono affrontare meglio le sfide della transizione energetica. Ma - ha sibilato - con la Francia dobbiamo affrontare alcuni problemi nel Mediterrano, a iniziare dalla Libia, dove non abbiamo avuto sintonia, alcune questioni energetiche e i rapporti nella cantieristica e l’aerospazio, settori nei quali siamo particolarmente interessati e dove abbiamo aziende come Fincantieri e il mondo di Leonardo che sono player di primo piano. Sono certo - ha mitigato l’affondo - che con gli amici francesi sia possibile trovare un punto di equilibrio soddisfacente per tutti». Quanto ai punti d’incontro per De Luca ci sono spazi sterminati: «A cominciare dalle nuove tecnologie». 

 

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Il Mattino