Alessandra Mazza uccisa dal papà, i vicini disperati: «Costantino ha avuto un raptus di follia»

Le voci dei residenti della zona: "Non ci saremmo mai aspettati questo epilogo"

Alessandra Mazza
Una bella casa rosa, indipendente, con davanti un ampio cortile e, di là da quello, una vista mozzafiato su Avellino e il monte del Partenio. Lì, sulla collina di...

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Una bella casa rosa, indipendente, con davanti un ampio cortile e, di là da quello, una vista mozzafiato su Avellino e il monte del Partenio. Lì, sulla collina di Bosco dei Preti, viveva la famiglia Mazza. Madre, padre e figlia, mentre un figlio maschio Giovanni si è trasferito in Venezuela e sarebbe tornato a trovarli tra poco, in primavera. Una strada stretta e in pendenza per arrivarci.

Intorno sparute abitazioni, tutte con un pezzo di terreno coltivato. Ma in pochi minuti quel luogo dall’aspetto ameno si è trasformato nel teatro della tragedia. Tanti i parenti e i vicini che sono accorsi sul posto, attoniti davanti al cancello d’ingresso in ferro. Hanno aspettato che gli inquirenti facessero i rilievi del caso. A qualche familiare stretto è stato permesso di entrare, mentre altri si sono chiusi nel proprio dolore e hanno preferito custodire intatto il ricordo dei loro cari.

Già alle 15, a mezz’ora dal fatto, attraverso un tam tam di telefonate la notizia ha cominciato a diffondersi. Increduli, sotto shock, quelli che conoscevano le vittime. Una vicina di casa, che era al lavoro quando il dramma si è consumato, si è precipitata sul posto quando era da poco arrivata l’ambulanza. «Non è possibile - dice con la voce rotta dal pianto - quello del papà sarà stato un momento di follia». Anche gli amici di Alessandra non riescono a capire cosa sia potuto succedere.

«Proprio ieri, nella tarda mattinata, era venuta al mio negozio - racconta una giovane di Avellino, che ha incontrato la 32enne a poche ore dalla morte - eravamo molto amiche. Mai avrei immaginato di non rivederla più. Purtroppo aveva delle problematiche psicologiche che la rendevano spesso nervosa e la portavano a litigare con il papà - racconta con la voce spezzata dall’emozione - ma non era colpa sua, era una bravissima persona». Molto conosciuta in città, infatti, Alessandra. «Aveva un carattere davvero solare, faceva immediatamente amicizia con le persone nuove», rivela un’altra donna con cui la giovane uccisa era in confidenza. «L’avevo vista sabato scorso - continua - era venuta nel mio salone a farsi i capelli. Aveva scelto una bella tinta ramata. Avevo notato che aveva degli occhi strani, uno sguardo un po’ abbattuto. Così le avevo chiesto se andasse tutto bene e mi aveva risposto di sì. Quindi ho pensato che potesse dipendere dai farmaci».

Alessandra, da quanto trapela, seguiva una terapia farmacologica e più di una volta era dovuta ricorrere a dei ricoveri per problematiche di natura psicologica. «Gli avevo chiesto anche dello stato di salute del papà, mi aveva detto che stava bene, che si stava rimettendo, ma nulla in riferimento a dei litigi». Il 63enne aveva ancora i punti di un intervento a cui si era sottoposto da poco, un appendicectomia. Lunedì, da quanto si apprende, sarebbe dovuto recarsi in ospedale per una visita di controllo. E l’amica ci tiene a sottolineare: «Alessandra lavorava, era da anni nel settore dell’estetica, e aveva una grande voglia di vivere. Dall’esterno nulla sembrava turbarla. Ultimamente mi diceva spesso di organizzare delle uscite in comitiva. Quanto accaduto mi ha spezzato il cuore».

Una giornata cominciata apparentemente in maniera normalmente. Al mattino presto la 32enne ha portato da mangiare alla sua asinella, poi la visita al negozio dell’amica e quindi il rientro a casa. Poco dopo i colpi mortali.

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Il Mattino