La ricostruzione impossibile, la paralisi dell’economia locale e la rabbia degli sfollati. Questo è lo scenario che si delinea tra Casamicciola e Lacco Ameno, dopo la...
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«Il presidente del consiglio Conte e il vice presidente Di Maio hanno avallato le richieste di chi antepone gli interessi materiali ed economici al rispetto delle persone, richieste inaccettabili e strumentali che – attaccano gli abitanti della zona rossa - riportano a errori e orrori che ricordano i peggiori anni della cosiddetta prima repubblica». La polemica è a fior di nervi tesi. «Eppure – sottolinea la signora Iaccarino - venendo nell’isola hanno avuto modo di toccare con mano le assurdità perpetrate ad Ischia, gli abusi, non edilizi ma di potere; hanno gridato scusa in nome del vecchio governo; hanno assicurato che non avrebbero considerato Ischia e i suoi cittadini come figli di un terremoto minore. Così facendo l’attuale governo sta dimostrando di avere a cuore la vuota propaganda politica, non confermando un provvedimento legislativo quale il decreto numero 189 del 17 ottobre 2016, soltanto perché realizzato dal precedente governo per il centro Italia».
SANATORIA
La prospettiva delineata sembrerebbe quella di non voler considerare in alcun modo la barriera dei condoni, ma di aspirare a un «via libera generale», una sanatoria totale per le case danneggiate o crollate a prescindere dalle situazioni giuridiche e amministrative dei fabbricati. Del resto si sostiene che «il decreto disattende le promesse di parificazione dei cittadini isolani ai cittadini del centro Italia che hanno subito la sventura del terremoto, in quanto non concede al commissario straordinario poteri effettivi e di azioni in deroga, mentre chiede ai Comuni quello che non è stato possibile fare e non è stato fatto per decenni in tema di esame delle istanze di sanatoria, dando spazio a favoritismi locali gestiti peraltro da amministrazioni che hanno dato prova di non saper curare gli interessi del territorio».
LE DOMANDE
Ma sul fronte dei Comuni, anche se è complicato fare previsioni, si individuano i punti più concreti da affrontare, e la grande preoccupazione passa per uno snodo cruciale, sottolineano Giovan Battista Castagna e Giacomo Pascale, sindaci di Casamicciola e Lacco Ameno: il riconoscimento di tutte le domande di condono, senza esclusioni. «Sarà fondamentale un passaggio: se non si accolgono – dicono i sindaci - le istanze presentate dai cittadini per il terzo condono del 2003, che in stragrande maggioranza poi sono proprio quelle che riguardano le strutture colpite dal terremoto, non andremo da nessuna parte». E, per ricaduta, non solo «si impediranno tutte le attività di recupero e/o ricostruzione degli immobili crollati o danneggiati; ma anche nessuna attività commerciale potrà mai essere riavviata e nessun disoccupato potrà mai riprendere a lavorare, sommando le sofferenze degli sfollati a quelle delle imprese», come ricordano al comitato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino