«Karmakoma» si, «Karmakoma» forse, «Karmakoma» no. Al concerto fiorentino di qualche giorno fa i Massive Attack non hanno proposto il loro...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ma come nacque, Rino, quel rendez vous?
«Noi avevamo registrato il nostro primo album, “Animamigrante”, con un produttore come Ben Young, di Bristol come i Massive. La scena locale era molto coesa, Robert si era incuriosito, voleva sapere che sound aveva la band di cui si stava occupando l’amico, così ci ascoltò e lo convincemmo al punto che disse che gli sarebbe piaciuto fare qualcosa insieme».
E qualcosa insieme faceste.
«Era il 1994 e Mtv chiese al gruppo di partecipare a “Passengers”, un programma on the road: l’artista al centro della puntata andava in una città, ne mostrava i luoghi e i suoni. Del Naja & Co decisero di venire a Napoli, ci contattarono, ci chiesero una cornice colorata per l’evento».
E cornice colorata fu.
«Chiesi a mia zia di usare la sua casa ai Quartieri Spagnoli, via Santa Maria Ognibbene. Un basso, ma, come dice la canzone, no stu’ vascio nun è vascio, è na reggia... Una reggia per un party casalingo, con salatini, patatine e birra. Mio zio e mia zia ci guardavano, noi ci raccontavamo per le telecamere nel cuore della città antica».
Poi il «Napoli trip» finì anche su disco.
«Andammo in studio di registrazione e “Karmakoma” conobbe il fuoco del Vesuvio. Per noi Almamegretta fu un’emozione, un onore, ma anche un aiuto per la nostra carriera».
In che senso?
«Ci diede un po’ di visibilità internazionale, ma, soprattutto, di credibilità nazionale: c’era una certa scena fighetta milanese che decideva quali suoni si portavano e quali no. Senza quella sorta di endorsement dal gruppo leader dell’onda trip hop forse non ci avrebbero accettati con il nostro sound insieme terrone, multikulti e giamaicano».
Che farete stasera all’Arena Flegrea con Robert Del Naja, Grant Marshall, Horace Andy & Co.?
«Non lo so ancora, apriremo la serata con un nostro miniconcerto, poi... se “Karmakoma/Napoli trip” deve essere sarà».
Nell’attesa: con Del Naja, tifoso sfegatato della squadra di Sarri, avete parlato dell’affaire Higuain?
«Ci siamo scambiati messaggini e, certo, anche lui non l’ha presa bene. Parlare di tradimento può sembrare esagerato, il calcio dovrebbe essere tifo, passione, e non fede cieca, ma... a Napoli è qualcosa di più, è anche l’ultima bandiera rimasta dopo la fine delle ideologie, il crollo delle utopie. Credo che Robert abbia anche in mente chi potrebbe sostituire Gonzalo. Io, però, ho un provocazione per lui».
Sentiamo.
«3D tifa per il Napoli, da sempre, segue le partite in tv al pub, ogni volta che può viene al San Paolo, ma nel suo cuore c’è anche la squadra della sua città. Se il Bristol fosse promosso e, metti caso, dovesse scontrarsi in Champions League con il Napoli, per chi tiferebbe? Se il Bristol avesse avuto i soldi per comprare il Pipita da che parte della barricata si sarebbe trovato?».
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino