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Oltre cinque ore di camera di consiglio per rafforzare l’ipotesi investigativa e confermare il quadro probatorio offerto dalla Polizia di Stato: confermati gli arresti per sei dei sette indagati nell’ambito degli scontri avvenuti prima e dopo la partita di Champions tra Napoli ed Eintracht Francoforte, svoltasi mercoledì scorso allo stadio Maradona.
Una lunga giornata di interrogatori e di udienze preliminari, quella di ieri, al termine della quale il gip di Napoli Leda Rossetti ha convalidato l’arresto degli ultrà finiti in manette, tre del Napoli e tre dell’Eintracht. Il giudice non ha invece convalidato l’arresto per un quarto tifoso azzurro, per il quale ha escluso la gravità degli indizi: nei suoi confronti non è stata disposta alcuna misura cautelare, è stato dunque scarcerato ed è potuto tornare a casa.
Ma procediamo con ordine. Restano dunque a Poggioreale i tre tedeschi, come anche un ultrà del Napoli. Per i restanti due tifosi azzurri invece l’arresto è stato convalidato, ma il giudice ha disposto i domiciliari. Tutti i supporters del Napoli sono stati difesi dall’avvocato Emilio Coppola, mentre i francofortesi erano assistiti dai penalisti Giovanni Adami, Daniele Tuffali, Simone Bonaldi e Serena Improta.
Regge, insomma, l’impostazione accusatoria proposta dal sostituto Stella Castaldo e dal procuratore aggiunto Sergio Amato. La Procura aveva fatto proprie le conclusioni della primissima fase di indagini svolte dalla Digos e dalla Polizia Scientifica: due dei tre tedeschi sono stati riconosciuti responsabili di devastazione, ma per loro è caduta l’ipotesi di reato di lesioni; al terzo è stato contestato invece il solo reato di resistenza aggravata a pubblico ufficiale.
Passiamo ai napoletani: torna libero Diodato Di Natale, uno dei fermati durante il pomeriggio di follia in calata Trinità Maggiore, a due passi da piazza del Gesù dove le forze dell’ordine avevano concentrato circa 300 sostenitori dell’Eintracht al termine di un corteo non autorizzato; ai domiciliari sono finiti Diego Iaquinangelo e Antonio Orefice (che rispondevano di porto strumenti atti ad offendere).
Tutti gli indagati, sia i tedeschi che gli italiani, hanno respinto le accuse e le contestazioni mosse in sede di udienza di convalida. Ora, almeno teoricamente, i loro difensori potrebbero rivolgersi al Tribunale del Riesame chiedendo la riforma delle decisioni adottate dal gip. Ieri il Garante regionale dei detenuti, Samuele Ciambriello, ha fatto visita a Poggioreale a tutti gli indagati finiti in cella per sincerarsi delle loro condizioni.
L’inchiesta sulle violenze di mercoledì scorso naturalmente vanno avanti. L’impegno della Questura di Napoli si è concentrato sin da subito nella identificazione dei facinorosi, sia tedeschi che napoletani. I sostenitori dell’Eintracht, circa 470, erano stati tutti identificati prima della loro partenza dall’albergo sul lungomare alla volta di Salerno, Frosinone, e dell’aeroporto di Capodichino per raggiungere le rispettive destinazioni in Germania.
Per la precisione, 120 erano stati accompagnati, nelle prime ore della notte tra mercoledì e giovedì, in Questura a Frosinone e trattenuti per l’ identificazione, prima di essere scortati fino all’aeroporto di Fiumicino; per altri 350 ultrà le procedure di identificazione si erano svolte presso la Questura di Salerno. Il questore di Napoli Alessandro Giuliano aveva inoltre firmato cinque provvedimenti di divieto di accesso alle manifestazioni sportive (Daspo) della durata di tre anni, nei confronti di altrettanti tifosi tedeschi, tra i 21 e i 38 anni, gli stessi poi indagati e finiti in manette.
Ora si attendono ulteriori sviluppi investigativi, le cose non finiscono certo qui. Gli inquirenti stanno continuando a ricevere informative dalla Digos e potrebbero scattare nuove misure e provvedimenti. L’inchiesta dovrà chiarire anche se e quale ruolo possano eventualmente avere avuto nella organizzazione degli scontri anche alcuni tifosi dell’Atalanta, squadra gemellata con l’Eintracht, la cui presenza è stata constatata nel capoluogo campano durante la giornata di violenze.
Il Mattino