Napoli, la beffa della piscina alla Mostra d'Oltremare: chiusa a tre anni dal restyling

Napoli, la beffa della piscina alla Mostra d'Oltremare: chiusa a tre anni dal restyling
A settembre Federica Pellegrini e i più grandi nuotatori del mondo ne avevano fatto la loro vasca di allenamento. L’International Swimming League aveva portato alla...

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A settembre Federica Pellegrini e i più grandi nuotatori del mondo ne avevano fatto la loro vasca di allenamento. L’International Swimming League aveva portato alla Scandone il gotha del nuoto mondiale e la rinnovata vasca della Mostra d’Oltremare ospitava gli allenamenti delle grandi stelle del nuoto. Oggi a meno di un anno di distanza la piscina è chiusa alla balneazione per verifiche agli impianti.


Piscina completamente rinnovata per le Universiadi. La forma, il pilastro di sostegno, i colori dei nuovi trampolini per rispecchiare l’anima del progetto dell’architetto Carlo Cocchia nel 1939 come parte integrante del complesso della Mostra d’Oltremare a cui appartiene anche l’edificio denominato Ristorante. Gli interventi per oltre un milione di euro hanno riguardato gli spogliatoi, gli impianti idraulici, elettrici, di climatizzazione e i filtri per il trattamento dell’acqua. Oggi la piscina si presenta con piattaforme completamente rinnovate da 5, 7,5 e 10 metri con trampolini da 1 e 3 metri. La piscina olimpionica all’aperto ha ospitato importanti manifestazioni sportive, come le Olimpiadi del ’60, i Giochi del Mediterraneo e le Universiadi 2019 ed è stata utilizzata dalla grande Canottieri Napoli e dalla Rari Nantes Napoli. 

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Piscina destinata anche a tornare ad essere un polo per la balneazione estiva. Ed invece ecco lo stop. Durante le verifiche periodiche alla fine di maggio, prima della sua riapertura per la stagione estiva, problemi ai filtri e stop alle autorizzazioni per la balneazione. «Verifiche fatte nell’interesse dell’utenza» fanno sapere dalla Mostra d’Oltremare. Ritardi nella riapertura dovuti anche alle difficoltà di approvvigionamento dei materiali necessari. Risultato: piscina chiusa e riapertura all’inizio di luglio. Non va meglio la storia della piscina coperta della Mostra, chiusa da diversi mesi per il caro gasolio. Alcune società avevano anche provato a far ripartire l’attività ma il peso della bolletta ha fatto rinunciare tutti. E così la balneazione napoletana pubblica non può contare su alcuna struttura. La chiusura della piscina della Mostra una vera e propria disdetta per la cittadinanza da anni abituata a combattere la calura estiva anche con un bagno nelle acque della piscina. 



Piscine partenopee che entro giugno chiuderanno ai corsi per riaprire poi a settembre, nella speranza di avere nuova vita e nuovi impulsi grazie ad un accordo tra il Comune e la Federnuoto che riguarda otto piscine. Si tratta di Scandone (due vasche), Poerio, Frullone, Ponticelli, Secondigliano (Aquila Nuoto), Scampia, Poggioreale, Repubbliche Marinare (PalaDennerlein). Sono le cosiddette piscine della Legge 219, costruite nel dopo-terremoto, molte vandalizzate e completamente inagibili (Poggioreale e Scampia). Rimetterle tutte in sesto costerebbe una cifra vicina ai 10 milioni di euro. Ed allora ecco il contenzioso con il Comune. Le società napoletane sono morose nei confronti dell’amministrazione per 700mila euro. La Federnuoto onorerebbe questo debito in cambio della co-gestione affidata a un comitato paritetico, per la Fin ci sarà la Fin Plus che gestisce già gli altri centri. Ovviamente sono previste agevolazioni per disabili e socialmente bisognosi. Una storia andata avanti circa dieci anni nella quale un ruolo importante lo hanno avuto il sindaco Manfredi e l’assessore Ferrante. A fine giugno dovrebbe essere presentato il tutto. Presto partiranno anche i lavori per la piscina del Collana affidati all’Arus, l’Agenzia regionale per lo Sport.



Le società che attualmente gestiscono gli impianti sarebbero salvaguardate. Il problema di queste società è la durata dei contratti. Ci vorrebbe una durata almeno trentennale (come si sta studiando per Tennis Club e Posillipo). Il 5+5 non basta per gli investimenti ed allora c’è anche chi potrebbe defilarsi. Il tutto in un panorama dell’impiantistica napoletana che presenta mille sfaccettature ed una difficile risoluzione definitiva.
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Il Mattino