OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
La statua di San Francesco accoglie chi si trova a passare da piazzetta Aniello Falcone con espressione serena. Ha braccia spalancate su cui scivola leggera una mantellina azzurra con la scritta Lete-MSC e, dal lato del cuore, porta inciso “Napoli”. Nemmeno il più baciapile dei passanti può aver avuto da ridire, non può esserci chi non abbia trovato spiritosa la mano che l’ha trasformata in icona di vittoria e gaudio. Impossibile non farsi strappare un sorriso di allegria. Ma quella stessa mano penserà a restituire al santo il suo originario outfit bronzeo? Perché bisogna cominciare a pensarci: presto, molto presto e prima che il gran pavese azzurro che infiocchetta Napoli degradi in pattume, si dovrà rimuovere tutto.
E certo, è stato bellissimo addobbare la città come un gigantesco albero di Natale con i colori della squadra.
Dovrebbe proprio bastare. Una volta le madri dicevano ai figli (ma speriamo si usi ancora): finito di giocare, si deve togliere tutto di mezzo. Ecco, questa è una semplice proposta lanciata in tono sommesso. Facciamolo tutti.
Così come ci siamo industriati a decorare, addobbare, imbandierare, è venuto il momento di mettere in ordine. Abbiamo la città piena di turisti e sì, va fatto anche per questo, per il vecchio “non ci facciamo canoscere”, ma va fatto soprattutto per noi stessi. Per rispetto verso di noi e verso la nostra città. Se non vogliamo soffocare nella plastica delle strisce bianche e blu buttate giù dal vento o lasciate a squagliarsi al sole, se non vogliamo che i colori dell’esultanza diventino emblema di degrado e trascuratezza, provvediamo noi stessi a “mettere tutto a posto”. Prendiamoci cura del nostro luogo oggi celebrato e lodato in tutto il mondo, festeggiato in una mostra al Louvre, con una kermesse parigina che la fa risplendere in tutta la bellezza delle sue manifestazioni d’arte. La cura dovrebbe essere al centro di tutto, anche delle politiche pubbliche, ma pratichiamola anche in privato, nelle piccole cose, come strategia per l’umana convivenza. Napoli non dev’essere “na carta sporca”, non è un bene di consumo. Liberiamola da tutto l’ambaradan, facciamola respirare ma senza lasciare tutto in giro a inquinare. E ripieghiamo bandiere e striscioni, conserviamoli bene: ci serviranno ancora, per la prossima volta. Abbiamo o no inaugurato un ciclo?
Leggi l'articolo completo suIl Mattino