Città in marcia ma pesa ancora il permissivismo del passato

Città in marcia ma pesa ancora il permissivismo del passato
Al sindaco Gaetano Manfredi vanno riconosciuti alcuni indiscussi meriti e, allo stesso tempo, delle responsabilità che peraltro coinvolgono direttamente e in modo...

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Al sindaco Gaetano Manfredi vanno riconosciuti alcuni indiscussi meriti e, allo stesso tempo, delle responsabilità che peraltro coinvolgono direttamente e in modo prioritario l’attività dei suoi assessori. Il merito fondamentale è stato quello di avere superato, con l’aiuto del governo nazionale (Patto per Napoli), l’emergenza finanziaria che poteva rappresentare il preludio e l’onta di un ulteriore commissariamento del Comune di Napoli. A questo primo sostanziale risultato, si sono recentemente aggiunti gli interventi di privatizzazione della gestione del patrimonio immobiliare e dell’esazione dei tributi locali. Ciò nella consapevolezza che, senza il ritorno ad una gestione efficace dei ricavi, qualsiasi supporto finanziario straordinario sarebbe stato inutile. 

È chiaro che si tratta di decisioni politicamente coraggiose che si spera possano risolvere problemi atavici di gestione e concorrere, con la collaborazione degli organi comunali, a creare un migliore equilibrio per la gestione corrente.

Accanto a questi indubbi meriti bisogna tuttavia lamentare l’incapacità, dopo quasi due anni di governo, di rendersi protagonista di quella svolta che avrebbe dovuto portare a una condizione di normalità, persa dalla nostra città soprattutto per la devastante politica dell’amministrazione precedente. Quest’ultima, difatti, all’insegna di un esagerato e generale “permissivismo” ha creato le condizioni per il mancato rispetto di regole necessarie per assicurare l’ordinato ed efficiente svolgersi della vita cittadina. 

Il risultato di questo anomalo “lasciar fare”, all’ombra di un’autonomia rivendicata ma inconcepibile, è oggi sotto gli occhi di tutti. 

In proposito basti soltanto elencare l’occupazione indiscriminata del suolo pubblico, le strade più belle e famose di Napoli trasformate in “suk” nei quali dominano, in luogo di botteghe storiche, pizzetterie, gelaterie e altri esercizi di somministrazione di cibo per strada, comportanti sporcizia e disordine anche nel traffico pedonale.
Passeggiare oggi per via Toledo, centro storico dell’eleganza cittadina, o per via Duomo penalizzata dalla scomparsa di un commercio tradizionale, può produrre solo una grande irritazione e suscitare un senso di rabbia, questo soprattutto in un periodo nel quale si sta sviluppando sempre più il turismo, a cui però per il momento si possono offrire servizi ancora scadenti, aggravati da un traffico caotico e per lo più al di fuori del controllo della polizia municipale.

La conclusione, certo scoraggiante, è che fino ad oggi la devastazione ereditata dal passato non è stata limitata da misure strutturali e organizzative idonee a imprimere la svolta attesa dai napoletani. Quali e di chi le responsabilità? Quali le giustificazioni possibili di fronte al perpetuarsi di fenomeni anche di piccola portata che sembrano non essere avvertiti dagli organi competenti, mentre bruciano e non poco sulla pelle dei napoletani?

Qui non si intendono richiamare solo le mancate misure, più generali e impegnative, per l’igiene pubblica, per la manutenzione del territorio, la sicurezza della circolazione e l’efficienza del trasporto pubblico, ma dobbiamo purtroppo fare riferimento anche ad interventi semplici idonei a testimoniare alla cittadinanza la presenza fattiva sul territorio. Gli esempi potrebbero essere molti, cominciando dall’assicurare l’impiego di qualche vigile in più a presidio di incroci strategici, dalla regolamentazione delle file disordinate e rissose dei tassisti all’aeroporto e alla stazione centrale, dalla revisione delle aree di sosta lungo le principali direttrici del traffico cittadino, dal ripristino delle fontane monumentali, ecc. 

Le responsabilità per queste carenze amministrative non sono tanto o unicamente del sindaco, impegnato a risolvere numerosi problemi di rigenerazione urbana e a continuare a presidiare la situazione finanziaria, quanto soprattutto di alcuni assessorati chiave, che non sono riusciti a dare il contributo atteso e giustamente preteso dagli elettori napoletani, e ancora delle Municipalità che non sono state messe in grado di funzionare come sarebbe stato necessario e doveroso.

Da tempo si attende, perciò, il rafforzamento sostanziale della squadra di governo, più volte preannunciato ma non realizzato per beghe di bassa politica, perché soltanto con il contributo di uomini più capaci di affrontare le complesse difficoltà cittadine e, specie, più presenti sul territorio, si può sperare in quella svolta che finora non c’è stata. Quando, quindi, potremo vedere raggiunto il ritorno ad una normalità che non può restare sempre un sogno ma la constatazione di un effettivo miglioramento della qualità della vita della nostra città?

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Il Mattino