Napoli, mascherine sopra le targhe: ecco il trucco per circolare nelle Ztl

Napoli, mascherine sopra le targhe: ecco il trucco per circolare nelle Ztl
Non più sul volto per limitare i contagi da covid, ora le mascherine finiscono sulle targhe di auto e moto in modo da non farsi identificare quando si oltrepassa una Ztl...

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Non più sul volto per limitare i contagi da covid, ora le mascherine finiscono sulle targhe di auto e moto in modo da non farsi identificare quando si oltrepassa una Ztl senza averne l’autorizzazione. É la nuova trovata made in Napoli, lo stratagemma sempre più utilizzato soprattutto per transitare nelle strade a traffico limitato che portano alle spiagge di Nisida e Marechiaro. Una nuova moda dell’estate diffusa ormai non solo nel capoluogo campano, ma anche in altre città.


Con i suoi fili che dovrebbero servire per agganciarsi alle orecchie, la mascherina chirurgica si è scoperta “comodissima” per essere invece agganciata alle due estremità delle targhe e, anziché coprire il viso, il tessuto centrale del dispositivo chirurgico diventa perfetto per oscurare i numeri di targa. Il meccanismo è ormai diffusissimo: l’ultima foto - segnalata al consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, ritrae una giovane ragazza che si ferma all’esterno della zona a traffico limitato di Nisida per andare di sera a ballare in uno dei locali antistanti il carcere minorile. Un vero e proprio rito, con gli amici ad osservare la scena. Un semplice espediente per evitare di dover percorrere un centinaio di metri a piedi e passare con la sua Audi lì dove non potrebbe. In città avviene ormai praticamente in ogni varco controllato, tanti anche i motorini che utilizzano questo sistema, considerato più sicuro rispetto alla consueta usanza del passeggero che mette un piede davanti alla targa così da non farla riprendere dalle telecamere che regolano il traffico. 



A segnalare questo nuovo fenomeno, per gran parte napoletano, è stato il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, che ha annunciato di voler istituire un Osservatorio su questa nuova moda. «A Napoli - ha detto - si sta continuando ad usare la mascherina, ma invece di indossarla davanti a naso e bocca, come previsto dalle norme anti contagio, sembra che venga utilizzata come schermo oscurante per coprire le targhe delle vetture per evitare multe o peggio per i delinquenti per non essere identificati dalle forze dell’ordine. Infatti, c’è una parte della popolazione, e non soltanto nel nostro territorio, che è totalmente estranea alle regole, al buon senso e al rispetto degli altri, che non si limita a violare le norme ma le capovolge e le utilizza a proprio vantaggio in modo illecito, talvolta criminale». Non solo l’episodio di Nisida, Borrelli spiega di aver ricevuto «diverse segnalazioni di scooter con la targa coperta dalle mascherine per poter attraversare le are pedonali o le Ztl della città. Come quelle di Piazza Dante, Piazza del Gesù, via Mezzocannone, via Duomo e altre». L’esponente di Europa Verde ha quindi chiesto ai cittadini di segnalare altri episodi simili. «Lo scopo dell’Osservatorio - spiega - è quello di richiedere l’attenzione delle forze dell’ordine sul fenomeno e, in maniera più diretta ed immediata, per identificare chi infrange le regole o commette reati. Stiamo assistendo ad una deriva culturale e sociale senza precedenti e la somma dei singoli episodi che avvengono ogni giorno ne delinea un quadro allarmante, una situazione d’emergenza. Per frenare questa tendenza occorre un’operazione rieducativa intensiva che preveda anche e soprattutto punizioni esemplari per chi trasgredisce le regole».

Ciò che i creativi trasgressori non sanno è che oscurando il proprio numero di targa passano da una possibile violazione del codice della strada - come attraversare una zona Ztl - a un reato penale. La mascherina chirurgica fissata sulla targa integra gli estremi del reato dell’articolo 490 del codice penale. Chi se ne macchia è accusato di distruzione, soppressione od occultamento di atti veri, proprio quello che sono le targhe, trattandosi di documenti che attestano la immatricolazione e l’iscrizione al pubblico registro automobilistico. La pena prevista, nel caso si venga beccati, varia dai 6 mesi ai 3 anni di reclusione. Nel caso di una mascherina apposta dietro ad una targa, essendo un atto compiuto deliberatamente, per simili casi già sono stati condannati diversi cittadini in passato al massimo della pena. 



Già nelle scorse settimane il caso delle mascherine utilizzate per coprire le targhe aveva fatto il giro del web. In particolare l’ormai seguitissima pagina «Welcome to Favelas» aveva pubblicato la foto di una coppia in motorino, probabilmente nella zona di Posillipo mentre si accingeva ad andare al mare, con una mascherina chirurgica a coprire la targa. L’uomo alla guida - manco a dirlo - aveva tatuata sulla parte bassa della gamba l’iconica immagine del narcotrafficante Pablo Escobar nella sua celebre posa della foto segnaletica del suo primo arresto per traffico di cocaina. Nelle prossime ore - viene spiegato non dagli agenti della Dea, ma dalla polizia municipale - che sarà attivata una task force su questo nuovo preoccupante fenomeno di inciviltà.
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Il Mattino