Nave dirottata a Napoli, la resa dei migranti: erano armati di spranghe e coltelli

Equipaggio sequestrato al largo di Ischia, l'incursione delle forze speciali

La nave turca in rada a Napoli
Hanno provato a prendere possesso della nave, ma non avevano fatto i conti con la prontezza del comandante e con l’esperienza degli uomini dell’equipaggio. Quindici...

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Hanno provato a prendere possesso della nave, ma non avevano fatto i conti con la prontezza del comandante e con l’esperienza degli uomini dell’equipaggio. Quindici clandestini hanno provato a dirottare una nave turca, la Galata Seaway, partita dal porto di Topcular e diretta a Sete in Francia, ma sono stati bloccati nel corso di un’operazione di una unità di intervento rapido della Brigata marina “San Marco”. È accaduto nel pomeriggio di ieri, nel cuore del mar Tirreno, quando una quindicina di clandestini hanno dato vita a un probabile tentativo di dirottamento. Erano nascosti a bordo, probabilmente in uno dei mezzi trasportati, quando hanno avuto la certezza di essere stati scoperti. E hanno agito in contropiede. Sono sbucati in quindici, erano armati di un paio di coltelli e di qualche spranga. Vistosi accerchiato il comandante ha lanciato un Sos, facendo scattare il protocollo di massima sicurezza. 

Minuti frenetici, tensione e paura a bordo, siamo al largo delle acque di Ischia. Si è temuto il peggio, mentre - secondo quanto emerso dalle primissime indagini - i clandestini avrebbero provato a dirottare la nave, magari per approdare a Napoli. Intanto, immediate sono scattate le contromosse, grazie all’intervento degli uomini della Brigata San Marco, partiti da Brindisi con un solo obiettivo: evitare il peggio, scongiurare colpi di mano, tutelare l’equipaggio (una ventina di uomini, più il comandante). Non è stata una passeggiata, quella dei nostri militari. Una volta a bordo ci sono stati momenti di tensione, provocati dalla strategia dei clandestini. Sembra che qualcuno abbia provato a prendere in ostaggio uno o più marinai turchi, nel tentativo di imporre le proprie condizioni. Ma la strategia sfoderata dai nostri reparti ha avuto la meglio. Intanto, contatti freneteci tra Roma e Ankara, mentre la Galata Seaway è stata «scortata» a Napoli, porto più vicino, dove è rimasta in rada fino a tarda notte. 

È stata avvisata la Procura di Napoli, subito aperta una inchiesta per «impossessamento della nave», reato che può costare fino a dieci anni di galera. Sulle prime viene esclusa la pista terroristica, anche se il fascicolo di indagine viene coordinato dai pm Alessandra Converso e Enrica Parascandolo, due magistrati applicati al pool antiterrosismo. Ma a chi appartengono i sequestratori? Chi sono? Restiamo ai fatti concreti: la Galata Seaway è un mercantile che trasportava autocarri, partito dal porto di Topcular in Turchia il 7 giugno; era diretto in Francia allo scalo portuale di Seté, approdo previsto il 10 giugno, ma all’altezza dell’isola di Ischia il viaggio si è interrotto. Dopo essere stati scoperti i migranti irregolari, nascosti forse in uno dei camion a bordo, hanno tentato una mossa disperata. 

Due elicotteri della Marina Militare sono intervenuti. In azione, gli incursori della Brigata San Marco che si sono calati sul cargo mentre unità del Comsubin, il reparto speciale di élite della Marina, sono rimasti su un elicottero in stand by. Scattato l’intervento, con il ministro della Difesa Guido Crosetto costantemente informato, i militari italiani hanno chiuso i conti con i più determinati a mantenere il controllo della nave. Sono riusciti a bloccare una parte del gruppo di assalitori, che fino alla fine hanno mantenuto le armi in pugno: quattro o cinque migranti, quelli con spranghe e coltelli, hanno resistito prima di arrendersi. Gli altri aggressori invece hanno fatto scattare una sorta di piano B: si sono dileguati nascondendosi tra i mezzi, sperando di farla franca.

A fornire l’aggiornamento delle operazioni è stato lo stesso ministro Crosetto, che stava partecipando al Forum Masseria a Manduria: «Speriamo che finisca nel più breve tempo possibile senza conseguenze per nessuno», ha detto ieri, mentre in nottata la situazione è tornata sotto controllo. Con la nave al sicuro e i violenti neutralizzati, il cargo è stato portato al porto di Napoli, per proseguire la bonifica dell’imbarcazione. A garantire la sicurezza all’operazione, scortando l’imbarcazione, c’era la nave Gregoretti, un elicottero e un aereo della Guardia costiera oltre a un pattugliatore della Guardia d Finanza. Una volta in rada a Napoli, sulla Galata Seaways sono saliti a bordo gli uomini della Squadra Mobile di Napoli, i finanzieri di Gico e Roan, la Capitaneria di Porto per proseguire la ricerca di altri assalitori e per cercare di ricostruire l’accaduto. Sul tentato dirottamento del cargo turco la Procura di Napoli è al lavoro: l’attività istruttoria punterà anche ad accertare l’area di mare esatta in cui si è consumato il tentativo di sequestro e dirottamento anche per determinare la competenza territoriale degli inquirenti. Ma soprattutto per provare a ricostruire la nazionalità degli aggressori e il movente del tentato dirottamento. Nella notte, le prime testimonianze del comandante e degli altri marinai turchi. 
 

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Il Mattino