​Pd, De Luca jr in bilico: c’è il nodo alla Camera

Congelato il ruolo di vicecapogruppo, la decisione passa alla segretaria Schlein

Piero De Luca
Non sarà nemmeno oggi il giorno del dossier per gli uffici di presidenza dei gruppi parlamentari in casa Partito democratico. E nemmeno per domani ci sono, al momento,...

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Non sarà nemmeno oggi il giorno del dossier per gli uffici di presidenza dei gruppi parlamentari in casa Partito democratico. E nemmeno per domani ci sono, al momento, convocazioni: la decisione sui vice capogruppo di Camera e Senato e sugli altri incarichi dell’ufficio di presenza per ora resta congelata. Il “caso De Luca jr”, come l’ha già ribattezzato qualcuno, pare destinato a restare insoluto. Chi si aspettava novità sulla permanenza o meno di Piero De Luca come vice capogruppo alla Camera, a meno di sorprese, rischia di restare deluso.

Due i motivi che filtrano dai vertici Dem. Da un lato c’è grande impegno sui territori colpiti dal maltempo in Emilia Romagna: per questo motivo, già lo scorso 18 maggio, la segreteria del Pd aveva cambiato l’ordine del giorno delle riunioni dei gruppi parlamentari convocate per eleggere gli uffici di presidenza. Dall’altro ci sono le elezioni amministrative ancora in corso. Il 28 e il 29 maggio ci saranno i ballottaggi per la tornata delle comunali. Un voto a cui Elly Schlein tiene tantissimo. Per questo la decisione sulle nomine dei vice capogruppo e delle altre cariche di vertice potrebbe essere congelata fino a fine settimana. 

Oltre l’emergenza Emilia Romagna e il voto alle amministrative, però, restano i nodi politici. E in particolare il vero problema irrisolto riguarda proprio Piero De Luca. Il lavoro da vicecapogruppo del primogenito del governatore ha trovavo apprezzamento da parte di molti in casa Dem. Anche per questo i riformisti spingono sempre per tenerlo al suo posto. Dall’altro lato, però, pare proprio che Elly Schlein non voglia dare segnali di debolezza rispetto alla campagna “anti cacicchi e capibastone” che l’ha portata alla guida del partito. In questo senso il governatore Vincenzo De Luca, alleato con Bonaccini, è stato il bersaglio preferito della segretaria Dem. Schlein non ci ha pensato due volte quando si è trattato di commissariare il partito regionale su cui il governatore aveva già chiuso la sua opa. E anche sul terzo mandato, tanto voluto dal governatore, la segretaria non hai mai nascosto la sua contrarietà. Due terreni di scontro già molto pesanti a cui si aggiunge quello che riguarda il destino nel partito del figlio del governatore.

Per questo sulla decisione ci si riflette ancora molto. Tra le ipotesi in campo resta anche quella di offrire a Piero De Luca un ruolo come delegato d’aula o segretario di presidenza del gruppo, incarichi minori dell’ufficio di presidenza. Ma bisognerà capire anche se il deputato salernitano vorrà accettare un ridimensionamento. Il nodo principale per la definizione dell’organigramma, insomma, è proprio quello che riguarda De Luca. Per la designazione dell’ufficio di presidenza al Senato, infatti, l’intesa sarebbe già stata trovata: il neoulivista Antonio Nicita e il riformista Alfredo Bazoli come vicepresidenti oltre alle conferme di Beatrice Lorenzin e Franco Mirabelli. Per quanto riguarda Montecitorio, invece, in pole ci sono Andre De Maria e Valentina Ghio. Dovrebbe essere riconfermata, invece, Simona Bonafè. Il quadro, però, potrebbe cambiare in corsa.

Lo slittamento della decisione sugli uffici di presidenza rende ancora più caldo il clima rispetto alla due giorni napoletana della segretaria Schlein. La numero uno del Pd sarà a Napoli il 10 e l’11 giugno per l’assemblea di Articolo Uno: il passaggio cioè di scioglimento del partito di Roberto Speranza per confluire ufficialmente nei Dem. L’arrivo a Napoli della segreteria, così, potrebbe arrivare proprio pochi giorni dopo la decisione sui gruppi e quindi sulle sorti di Piero De Luca. Un motivo d’interesse in più per la due giorni partenopea della segretaria Dem. Giornate in cui si misurerà davvero la temperatura nei rapporti tra Schlein e De Luca e in generale il clima che c’è tra la segretaria e il Pd campano.
 

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Il Mattino