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Le notti insonni, gli infissi in ferro per difendersi meglio, il gruppo whatsapp per segnalare gli avvistamenti dei delinquenti, i giri in auto per cercare di acchiapparli. Non saranno ronde vere e proprie, anche perché armi non ce ne sono: ma è comunque una forma di autodifesa, un’organizzazione un po’ autarchica per fronteggiare il fenomeno. A San Gennaro Vesuviano le vittime dei furti in appartamento vivono tutti nella stessa zona: «via Musiello e traverse», ci tengono a specificare. Periferia, certo. Aperta campagna, sicuramente. Ma piazza Margherita, il centro cittadino, è a poco meno di un chilometro, non dall’altra parte del paese. Prima che i cittadini decidessero di far sentire la loro voce e dare vita a gruppi organizzati per dare loro la caccia, i ladri agivano più o meno indisturbati. L’orario non è un problema per loro, basta aspettare l’imbrunire, non c’è bisogno che arrivi la notte. Michele, che fa l’imbianchino, spiega: «Non erano ancora le 20, stavamo davanti alla tv. Mia moglie si alzò per andare in camera da letto e notò che il ladro stava entrando dalla finestra, stava facendo un buco con un attrezzo. Urlò, mi chiamò e il balordo scappò via. Se abbiamo fatto la denuncia? Certo, vennero i poliziotti. Gentilissimi, per carità: ma sono pochi e non possono certo controllare tutto».
Passa qualche giorno e i topi di appartamento tornano da Michele: «Avevo fatto un muro in cartongesso per evitare che scavalcassero, ma sono entrati lo stesso, mettendo uno scaletto vicino al balcone». Ecco perché anche lui ha aderito al gruppo whatsapp e ai giri in macchina: «Ci mettiamo in tre o quattro e andiamo avanti e indietro.
Massimiliano abita in via Sommese e i ladri li ha visti all’opera: «Sono abilissimi. Li ho visti saltare da muri di quattro metri, scomparire in un niente». Lui è tra i fondatori del gruppo che ha dato vita alle ronde: «Abbiamo deciso di organizzarci perché ci rendiamo conto che è difficile stanare questi ladri. Intorno alle nostre case ci sono solo campagne, spuntano improvvisamente e non si capisce da dove vengano». Anche Mimmo è uno delle ronde: «La mattina mi sveglio alle 4,30 perché aiuto mio figlio a gestire un bar, ma dalle 22 a mezzanotte giro con gli amici e provo ad avvistare i ladri. Sta diventando una prova di nervi, non è facile mantenere la calma». Racconta che un carabiniere, arrivato velocemente sul luogo di un furto, era riuscito anche a trovarsi di fronte al ladro, ma questi è scappato senza scomporsi: «Non so se sono professionisti, di certo hanno sangue freddo».
È la seconda volta che a San Gennaro Vesuviano cresce l’ansia per l’escalation della criminalità: a ottobre 2021 fu organizzata una fiaccolata per chiedere maggiore sicurezza. Anche in quella occasione venne fuori la preoccupazione per i furti nelle case, sempre nelle zone periferiche della città: il fenomeno sembrava essere scemato, ora è riemerso in maniera prepotente. Intanto, il sindaco Antonio Russo ieri ha incontrato il Prefetto di Napoli, Claudio Palomba, nel corso di un convegno a San Giuseppe Vesuviano proprio sulla legalità: «Mi ha manifestato la sua vicinanza e il suo interessamento al territorio», spiega il primo cittadino. Ma verso le 19, un altro raid: è avvenuto in una villetta dalle parti di via Mandrile. Sul posto sono arrivati i carabinieri e, quasi contemporaneamente, anche il gruppo delle ronde: «Non se ne può più». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino