Ladri a San Giuseppe Vesuviano: «Le nostre notti insonni a caccia dei delinquenti. Paura? Siamo esasperati»

I residenti hanno dato il via alle ronde fai-da-te: «Ce li troviamo in casa poi si volatilizzano»

Una delle ronde a San Giuseppe Vesuviano
Una delle ronde a San Giuseppe Vesuviano
di Francesco Gravetti
Venerdì 24 Febbraio 2023, 23:45 - Ultimo agg. 26 Febbraio, 10:23
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Le notti insonni, gli infissi in ferro per difendersi meglio, il gruppo whatsapp per segnalare gli avvistamenti dei delinquenti, i giri in auto per cercare di acchiapparli. Non saranno ronde vere e proprie, anche perché armi non ce ne sono: ma è comunque una forma di autodifesa, un’organizzazione un po’ autarchica per fronteggiare il fenomeno. A San Gennaro Vesuviano le vittime dei furti in appartamento vivono tutti nella stessa zona: «via Musiello e traverse», ci tengono a specificare. Periferia, certo. Aperta campagna, sicuramente. Ma piazza Margherita, il centro cittadino, è a poco meno di un chilometro, non dall’altra parte del paese. Prima che i cittadini decidessero di far sentire la loro voce e dare vita a gruppi organizzati per dare loro la caccia, i ladri agivano più o meno indisturbati. L’orario non è un problema per loro, basta aspettare l’imbrunire, non c’è bisogno che arrivi la notte. Michele, che fa l’imbianchino, spiega: «Non erano ancora le 20, stavamo davanti alla tv. Mia moglie si alzò per andare in camera da letto e notò che il ladro stava entrando dalla finestra, stava facendo un buco con un attrezzo. Urlò, mi chiamò e il balordo scappò via. Se abbiamo fatto la denuncia? Certo, vennero i poliziotti. Gentilissimi, per carità: ma sono pochi e non possono certo controllare tutto».

Passa qualche giorno e i topi di appartamento tornano da Michele: «Avevo fatto un muro in cartongesso per evitare che scavalcassero, ma sono entrati lo stesso, mettendo uno scaletto vicino al balcone». Ecco perché anche lui ha aderito al gruppo whatsapp e ai giri in macchina: «Ci mettiamo in tre o quattro e andiamo avanti e indietro. Non abbiamo armi, abbiamo torce e telefonini». Aniello, invece, è un ingegnere: la prima volta che si trovò i ladri in casa era a cena con la famiglia e gli amici, sette in tutto. Sono passati due anni, poi 15 giorni fa sono tornati: «Ovviamente non ho più oggetti di valore nella mia abitazione, ma hanno lo stesso rovistato tutto. Anche io sono entrato nel gruppo whatsapp, ci segnaliamo tutti i movimenti sospetti, cerchiamo di prevenire». Ognuno di loro tira fuori i frame di telecamere, quelle degli impianti di sorveglianza, che documentano la presenza dei balordi nei pressi delle case. Molti esibiscono finestre bucate, muri rotti, porte scassinate. Quando si parla di ronde chiariscono che non vogliono sostituirsi allo Stato: «Nessuno di noi userebbe mai un’arma, però dalle forze dell’ordine e dalle istituzioni ci aspettiamo una presenza maggiore. Quando chiamiamo carabinieri e poliziotti ci rendiamo conto che anche loro sono pochi, poi questi malviventi scappano velocemente: il tempo di arrivare e già si volatilizzano». 

Massimiliano abita in via Sommese e i ladri li ha visti all’opera: «Sono abilissimi. Li ho visti saltare da muri di quattro metri, scomparire in un niente». Lui è tra i fondatori del gruppo che ha dato vita alle ronde: «Abbiamo deciso di organizzarci perché ci rendiamo conto che è difficile stanare questi ladri. Intorno alle nostre case ci sono solo campagne, spuntano improvvisamente e non si capisce da dove vengano». Anche Mimmo è uno delle ronde: «La mattina mi sveglio alle 4,30 perché aiuto mio figlio a gestire un bar, ma dalle 22 a mezzanotte giro con gli amici e provo ad avvistare i ladri. Sta diventando una prova di nervi, non è facile mantenere la calma». Racconta che un carabiniere, arrivato velocemente sul luogo di un furto, era riuscito anche a trovarsi di fronte al ladro, ma questi è scappato senza scomporsi: «Non so se sono professionisti, di certo hanno sangue freddo».

È la seconda volta che a San Gennaro Vesuviano cresce l’ansia per l’escalation della criminalità: a ottobre 2021 fu organizzata una fiaccolata per chiedere maggiore sicurezza.

Anche in quella occasione venne fuori la preoccupazione per i furti nelle case, sempre nelle zone periferiche della città: il fenomeno sembrava essere scemato, ora è riemerso in maniera prepotente. Intanto, il sindaco Antonio Russo ieri ha incontrato il Prefetto di Napoli, Claudio Palomba, nel corso di un convegno a San Giuseppe Vesuviano proprio sulla legalità: «Mi ha manifestato la sua vicinanza e il suo interessamento al territorio», spiega il primo cittadino. Ma verso le 19, un altro raid: è avvenuto in una villetta dalle parti di via Mandrile. Sul posto sono arrivati i carabinieri e, quasi contemporaneamente, anche il gruppo delle ronde: «Non se ne può più».

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