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Sta diventando sempre più difficile, per il premier nazionalista indiano Narendra Modi, al potere dal 2014, mantenere la neutralità nel conflitto seguito all’invasione russa dell’Ucraina, una guerra lontana 2.800 chilometri dal Paese asiatico riguardo la quale, tuttavia, il governo di Nuova Delhi è chiamato a prendere una posizione più chiara. Da sempre dalla parte delle nazioni cosiddette «non allineate», o meglio, Paese fondatore del Movimento dei non allineati, l’India negli ultimi decenni, almeno in apparenza, ha cercato di tenersi alla larga da alleanze militari formali. Non a caso, negli ultimi tempi, ricorda Asia Times, Nuova Delhi in seno alle Nazioni Unite non ha condannato il colpo di stato militare in Birmania che ha rovesciato il governo di Aung San Suu Kyi il primo febbraio 2021, l’annessione russa della Crimea nel 2014, la guerra civile in Libia nel 2011 e la guerra in Georgia nel 2008, per citare alcuni esempi. Andando ancora indietro nel tempo, l’India non condannò pubblicamente neanche l’invasione russa dell’Afghanistan.
«Non soddisfacente, ma neanche sorprendente» a causa dei legami di amicizia di lunga data esistenti con la Russia, così i funzionari della Casa Bianca hanno definito l’atteggiamento indiano mostrato in sede Onu. Anche l’India, come la Cina, si è astenuta durante il voto del 2 marzo dell’Assembla Generale della Nazioni Unite, evitando così di condannare apertamente la Russia senza però abbandonarla del tutto. Mira Rapp - Hooper, capo della sezione Indo-Pacifico del Consiglio di Sicurezza Nazionale statunitense, ha affermato di comprendere la ragione dell’ambiguità indiana, ovvero la sin troppo solida dipendenza da Mosca in ambito militare. Ma il governo indiano ha deciso anche di non adeguarsi alle sanzioni occidentali imposte alla Russia di Putin, al contrario di quanto ha fatto il Giappone, che invece si mostra sempre più in sintonia con l’alleato americano.
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L’India si muove in un terreno accidentato, naviga in acque incerte, cercando un equilibrio tra la necessità di conservare la relazione strategica con i russi e l’esigenza di contenere la Cina affidandosi agli Stati Uniti.
Occorre ricordare, inoltre, che i rapporti tra India e Cina si sono deteriorati nell’estate del 2020 a causa degli scontri alla frontiera sino-indiana e delle dispute territoriali non ancora risolte. Nuova Delhi teme anche la vicinanza tra Pechino e Islamabad. Ma per l’India, l’appartenenza al sistema Quad non può coesistere con l’appoggio, anche soltanto non dichiarato, alla Russia in Ucraina. Inoltre, gli Stati Uniti restano il principale partner commerciale dell’India, il volume degli scambi tra Russia e India ammonta solo a 8,1 miliardi di dollari. Mentre la Cina è lo Stato con cui la Russia fa più affari. Oggi, per l’India, sembra dunque arrivato il momento di fare una scelta di campo perché l’equidistanza sta assumendo tutta la forma di un sostegno nascosto a Mosca.
Il Mattino