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Il lago di Bracciano si popolerà di migliaia di pesci d’acqua dolce, sia lucci che coregoni. Una notizia non da poco perché gli “inquilini” delle profondità stavano scomparendo. Sono già stati immessi 14 quintali di giovani lucci in età subadulta. A febbraio sarnno in grado di riprodursi aumentando la loro presenza in uno degli specchi d’acqua più suggestivi d’Italia. Ci sarà anche un’altra “semina” nel 2021. Il luccio con la bocca a becco d’anatra, con oltre 600 denti robusti e aguzzi, è un prezioso equilibratore naturale. Nel cosiddetto incubatorio ittico di Anguillara sono pronte circa 3 milioni di uova fecondate di coregone e si stima che a marzo si potranno immettere circa 5 milioni di avannotti di coregone che potenzialmente produrranno circa 30 mila chili di pesci adulti.
L’iniziativa nasce da un piano regionale. Il coregone è un pesce ricercato per la qualità elevata delle carni. Viene catturato spesso con le reti perché difficilmente abbocca agli ami. La notizia del ripopolamento è una boccata d’ossigeno per i pescatori che da anni lamentano mancanza di attenzione per un settore che da queste parti è fiorente: «Aver rigenerato e rilanciato l’incubatorio – dice il consigliere regionale Pd Emiliano Minnucci - è stato, come si vede, molto importante. Torniamo a ripopolare il lago, un evento importantissimo per salute delle acque, per il rilancio di attività che vanno incoraggiate e sostenute». L’incubatoio ittico, impianto che serve per far riprodurre i pesci, è anche un posto che gli studenti possono visitare per capirne la funzione. Quello che serve il lago di Bracciano, aperto negli anni ’70, fu ben gestito per molti decenni dall’ex provincia di Roma. Ma dal 2015 era finito in stato di abbandono, fino a quando il consigliere di riferimento del territorio, Minnucci, non ha insistito per riaprilo. Oggi è ristrutturato, riqualificato e con un guardiano che monitora la situazione.
Un biologo passa periodicamente e il lago ha ricevuto così una “iniezione di vita”.
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Il Mattino