Cane trafitto da una freccia di una balestra da caccia: la padrona lo trova agonizzante in terra

Cane trafitto da una freccia di una balestra: la padrona lo trova agonizzante in terra
È salvo per miracolo, o meglio per pochissimi millimetri, un cane trafitto da una freccia di una balestra da caccia a Scigli, in provincia di Ragusa. È stato colpito...

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È salvo per miracolo, o meglio per pochissimi millimetri, un cane trafitto da una freccia di una balestra da caccia a Scigli, in provincia di Ragusa. È stato colpito alla schiena e, come si vede dalle lastre all'animale, la freccia ha sfiorato la colonna vertebrale. Operato, il jack russel si è salvato. A denunciare l'accaduto è  Rinaldo Sidoli, portavoce di Alleanza Popolare Ecologista (Ape). 


«Un cane è stato gravemente ferito a Scicli (Ragusa) con un balestra da caccia - racconta Sidoli - A trovare l’animale agonizzante la padrona che lo ha subito portato dal veterinario. È stato necessario un intervento chirurgico per rimuovere la freccia conficcata nella parte superiore della schiena. Appena qualche millimetro più in là e per il povero animale, divenuto bersaglio vivente di qualche folle criminale, non ci sarebbe stato scampo alla morte».

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«L’ennesimo episodio di crudeltà - aggiunge - nei confronti di creature indifese. Proprio due mesi fa un randagio è stato trovato morto in questa località, ucciso con un grosso sasso. Chiediamo al sindaco Vincenzo Giannone di condannare il gravissimo episodio avvenuto nel suo comune, e di costituirsi parte civile nei procedimenti giudiziari che saranno avviati in caso di individuazione dei responsabili. Servono iniziative, anche legislative, immediate e risolutive. Ogni giorno vengono uccisi decine e decine di animali nella maniera più atroce. L’animalicidio rimane impunito a causa dei buchi legislativi presenti nel sistema giuridico italiano. È arrivato il momento che il legislatore aggiorni la normativa. L’art. 544 bis prevede una pena di massimo 2 anni di reclusione: tra riti abbreviati, sospensione della pena e messa alla prova, praticamente chi si macchia di simili crimini non va in carcere». 


«Sollecitiamo - conclude Sidoli - il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede e al Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, a tenere fede agli impegni assunti di fronte a milioni di cittadini. La politica e le istituzioni devono passare dalle parole alle iniziative concrete. Si può e si deve ripartire riprendendo il DDL S. 1078 a firma del senatore Gianluca Perilli (M5s), oppure sbloccando il PDL n. 847 dell’on. Patrizia Prestipino (Pd)». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino