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Impiccarsi a una panchetta? Suicidarsi con un cappio appeso a un attrezzo che non era neanche fissato al pavimento? E gli spasmi di un corpo che si oppone a una morte così innaturale dove li mettiamo? E quella ferita all’altezza della mandibola? Sembra un’unghia, già, ma di chi era? Questi ed altri punti irrisolti, nel caso di Tiziana Cantone, trovata morta nella sua abitazione il 13 settembre del 2016. È grazie al suo sacrificio che è nata la legge oggi chiamata revenge porn, una storia che vede tanti possibili responsabili rimasti senza nome.
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