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La storia di Fabio De Pandi è la storia della città di Napoli. Una città che uccide i suoi innocenti. E tra questi, i più innocenti tra tutti: i bambini.
Fabio aveva solo undici anni quando fu colpito mortalmente, il 21 luglio 1991, da un proiettile vagante al rione Traiano. Sognava, come tutti i bambini in estate, di andare al mare. E chissà quanti altri sogni avrebbe potuto e voluto realizzare, negli anni a venire.
A Fabio è stato impedito di essere grande perché probabilmente ai suoi carnefici è stato impedito di essere bambini.
Sei anni fa, proprio in occasione dell’anniversario dell’uccisione di Fabio, pubblicammo un dossier. Si intitolava La strage degli innocenti. Ripercorreva le storie di Fabio e degli altri bambini uccisi dalla violenza criminale. Quel giorno, guardando gli occhi pieni di dolore e di dignità della mamma di Fabio, Rosaria, e del papà, Gaetano, avemmo la conferma che dovevamo e potevamo fare di più: dalla strage degli innocenti occorreva passare alla strage dell’innocenza, quella rubata ai bambini e ai minori che vivono in contesti talmente degradati da non avere alternative alla camorra e al malaffare.
La sopravvivenza al dolore di Rosaria e Gaetano sono la strada maestra da seguire affinché tutti i bambini di questa città possano sognare il mare, come stava facendo Fabio quella maledetta sera in cui rimase ucciso.
La compostezza di Rosaria e Gaetano sono l’antidoto migliore alla violenza e alle prevaricazioni. Lo sguardo di Rosaria e Gaetano sono la testimonianza che Fabio continua a vivere: eternamente bambino, eternamente innocente.
L’omicidio di Fabio non avrà mai un senso. Ma certamente deve rappresentare, anche a distanza di trent’anni, un monito per tutti: istituzioni, realtà educative, cittadini. Fabio, Simonetta, Annalisa, Noemi e i tanti bambini violati, a cui la Fondazione Polis ha voluto intitolare i punti lettura presenti sul territorio campano, meritano l’impegno di tutti. Nessuno escluso.
* presidente Fondazione Polis
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